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L’ennesimo e inaccettabile infortunio mortale, avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, presso la cava di Torreselle di Piombino Dese gestita dal Gruppo Grigolin – con la morte dell’operaio 55enne Pio Giaretta, vittima di una caduta da un’impalcatura – riaccende prepotentemente i riflettori sul triste tema delle morti e infortuni sui luoghi di lavoro.
“Saranno magistratura, forze dell’ordine e Spisal – premettono Gianluca Badoer e Barbara Schiavo, rispettivamente segretario generale e segretaria provinciale della Fillea Cgil Padova – a chiarire dinamiche ed eventuali responsabilità in questa tragica morte sul lavoro. Doveroso un pensiero di vicinanza a familiari, amici, colleghi e conoscenti della vittima la cui morte lascia un vuoto terribile anche nella comunità del suo Comune di residenza. Però questa ennesima tragedia ci dice anche che sul fenomeno delle morti e infortuni sul lavoro è necessario un trasversale cambio di passo che intervenga su tutti quegli aspetti in grado di limitare queste tragedie. Per esempio, sulla formazione del personale, sull’utilizzo degli idonei dispositivi di prevenzione e protezione, sul lavoro in solitaria e sui metodi applicati per garantire il rapido arrivo dei soccorsi.
Non solo: sono fondamentali anche interventi legislativi che invertano il paradigma attuale che considera la sicurezza un costo invece che una risorsa, a partire dall’introduzione di una patente a punti per le imprese quale strumento di verifica della loro idoneità all'attività edilizia perché rispettose di tutte le norme sulla sicurezza dei lavoratori e ne blocchino le attività quando ciò non avviene fino all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro che garantisca la certezza ed effettività della pena per i titolari di quelle imprese che, in casi di incidenti, dimostrino di non essersi comportate secondo la normativa vigente in tema di sicurezza. Fondamentale poi che si incrementino sensibilmente gli ispettori dello Spisal, oggi assolutamente insufficienti a garantire una reale vigilanza sulla sicurezza nelle aziende del territorio rendendo più attrattivo il loro ruolo visto che molto spesso si verifica che chi vince i concorsi poi rinuncia a ricoprirne le funzioni. E per finire, serve anche che venga istituito un fondo a sostegno dei familiari dei morti sul posto di lavoro”.
“È per affrontare tutti questi temi – proseguono Badoer e Schiavo – che riteniamo necessario la costituzione di un tavolo istituzionale dove iniziare a cambiare le logiche unilaterali che determinano un’organizzazione del lavoro unicamente legata al profitto, dove forza lavoro e professionalità vengono sacrificati in nome di una maggiore redditività, spesso raggiunta a discapito di salute e sicurezza dei lavoratori”.
“Accanto a questo – concludono i due sindacalisti – come Fillea Cgil Padova abbiamo già inviato al Gruppo Grigolin la richiesta di un incontro urgente per valutare quanto avvenuto. Riteniamo fondamentale tenere alta la guardia: tragedie come quella avvenuta sono una sconfitta di tutti, a maggior ragione quando a morire è un lavoratore esperto la cui professionalità era universalmente riconosciuta da colleghi e datori di lavoro. Circostanze queste che necessitano di un’analisi approfondita che faccia chiarezza su tutti gli aspetti che hanno determinato questa tragedia”.