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La gestione di una crisi come quella che stiamo vivendo è un fatto estremamente complicato. I rapporti e le relazioni industriali, che nella nostra categoria hanno sempre rappresentato un valore aggiunto per ottenere gli obiettivi di crescita delle condizioni dei lavoratori e delle imprese, sono messi alla prova in un contesto di per sé complicato. In tal senso, sono da apprezzare gli accordi che stiamo realizzando: sia attraverso Avvisi Comuni con le nostre naturali controparti datoriali, sia in tante singole aziende.
Nei settori che il governo ha inserito nel criterio di essenzialità abbiamo sottoscritto accordi che utilizzano tutti gli strumenti messi a disposizione dai contratti nazionali di lavoro per gestire questa fase emergenziale spostando più avanti possibile, nella speranza che non sia necessario, il ricorso all'utilizzo degli ammortizzatori sociali. I nostri lavoratori stanno dimostrando un grande senso di responsabilità e consapevolezza della situazione e le aziende, quasi tutte, rendono fattivamente concreto il loro ruolo di responsabilità sociale nei confronti del Paese. In tal senso, si è dimostrata efficace la lettera che abbiamo inviato, insieme a Cgil, Cisl, Uil, al governo qualche giorno fa, nella quale chiedevamo che le aziende, soprattutto quelle partecipate dallo Stato, adottassero comportamenti coerenti rispetto al loro ruolo negli equilibri economici e sociali del Paese.
Una parte importante dei nostri settori quelli manifatturieri e non inseriti nei criteri di essenzialità del dpcm, in questo momento soffrono una condizione molto difficile che potrebbe complicarsi ancora di più se i tempi della ripartenza si allungassero. Anche per questa parte del nostro settore richiamiamo le aziende al rispetto rigoroso del Protocollo sulla Sicurezza per garantire, alla ripresa delle attività, la salute dei lavoratori: nessun elemento di carattere economico può mettere in discussione questo principio. Per queste aziende il sistema di relazioni industriali e l'utilizzo degli strumenti contrattuali, anche nel caso di necessario ricorso agli ammortizzatori sociali, può rappresentare un valore aggiunto per rispondere alle esigenze dei lavoratori e delle imprese.
Infine, anche in questa difficile e complicata situazione, intendiamo dare continuità alla stagione di rinnovi contrattuali. Proprio i contratti nazionali e gli strumenti di gestione flessibili, ad esempio sugli orari e sulle prestazioni in turno, rappresenteranno un punto chiave per gestire la fase di ripartenza che, come si prevede, avrà caratteristiche disomogenee e specifiche per ogni settore. Invitiamo le nostre controparti a non considerare i rinnovi dei contratti come qualcosa da procrastinare nel tempo: le basi per progettare la ripartenza vanno poste oggi e i contratti nazionali di lavoro ne rappresentano la pietra angolare.
Marco Falcinelli è il segretario generale della Filctem Cgil