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Se vogliamo comprendere fino a quanto sia critica in Italia la situazione sul fronte della sicurezza sul lavoro, basta dare uno sguardo ai numeri di gennaio 2024 che assegnano al piccolo territorio dell’Alto Adige la maglia nera dei decessi, quattro solo nei primi 31 giorni dell’anno in corso.L’incidenza supera del 25% la media nazionale, le vittime sono una in più dei tre morti registrati a Roma e Milano, dove la densità di popolazione è enormemente più alta.
Del resto, che la situazione fosse catastrofica, lo si intuiva già dall’ultimo bilancio annuale disponibile dell’Inail, riferito al 2022, quando gli infortuni in Alto Adige furono oltre 14mila (tremila solo nell’industria) e i decessi 23.
Cristina Masera: “Sul fronte della sicurezza le cose vanno malissimo”
“Le cose vanno malissimo – ha detto senza mezzi termini ai microfoni di Collettiva la segretaria generale della Cgil-Agb, Cristina Masera –. Potremmo definirci in zona rossa, in base all’indice di incidenza degli infortuni, confrontando i nostri dati con la media nazionale. La provincia di Bolzano è di gran lunga quella messa peggio sul territorio del Trentino Alto Adige. È impressionante il numero dei morti sul lavoro. Dai dati relativi a gennaio scorso l’indice di incidenza è al 15,2%: siamo terzi tra chi si comporta peggio sulla sicurezza”.
Quali sono le situazioni che riscontrate più spesso? “Un tempo le morti erano legate soprattutto al fenomeno del ribaltamento dei trattori. Adesso invece i settori più a rischio sono l’edilizia e la metalmeccanica. Resta il rischio legato all’uso dei trattori, ma c’è anche la pericolosità degli operatori che lavorano nei boschi al taglio degli alberi”.
La denuncia di Cristina Masera: “Il comitato salute e sicurezza del territorio per 4 anni è stato praticamente inesistente”
“La prevenzione sarebbe importantissima. Eppure nella nostra provincia il comitato salute e sicurezza negli ultimi quattro anni è stato praticamente inesistente. Nominato sulla carta, ma mai convocato. Abbiamo sollecitato il presidente della provincia, anche con Cisl e Uil, ma poi tutto si è arenato al momento delle elezioni. Adesso, a breve, dovrebbe ripartire e noi vogliamo che questo comitato funzioni e funzioni bene, visti i numeri da record”.
“Noi – ci ha detto Cristina Masera – cerchiamo di fare un lavoro specifico sui cantieri con la Fillea, la nostra categoria dell’edilizia. Gli ultimi morti nel settore erano operai giovanissimi. Un ragazzo di 19 anni è deceduto poco tempo fa e l’azienda avrebbe persino continuato a lavorare se gli ispettori non avessero disposto la chiusura del cantiere. Eppure anche su quel fronte denunciamo, come in molte altre zone del Paese, la fortissima carenza di ispettori sul lavoro. Per questo protestiamo e lo faremo sempre con maggior convinzione, alzando l’asticella delle denunce e delle rivendicazioni insieme alle altre organizzazioni sindacali”.
In Alto Adige ci sono le stesse carenze del resto del Paese
La segretaria generale della Cgil-Agb ci racconta un episodio che rende chiaro il quadro della situazione. “La scorsa estate la Guardia di Finanza, sorvolando casualmente un cantiere in elicottero, ha rilevato dall’alto una grande quantità di operai senza dispositivi di protezione. In una valle dell’Alto Adige c’erano 12 operai su un tetto. Non c’era alcun accorgimento di sicurezza. Solo grazie alla prontezza e alla sinergia con gli altri soggetti, la Guardia di Finanza è riuscita a bloccare la fuga degli operai. Più della metà era in nero, in molti non conoscevano neanche la lingua. Questo per dire che anche in Alto Adige ci sono – eccome – tutte le carenze che si riscontrano a livello nazionale”.
Il ruolo della Cgil-Agb
"Noi cerchiamo, come Cgil, di insistere sulla prevenzione tra gli operai – ci spiega Cristina Masera –. Visitiamo i cantieri e cercheremo di fare pressione, non appena rinascerà, sul comitato salute e sicurezza, che ha a disposizione anche i fondi per sostenere campagne informative. Senza dimenticare le segnalazioni di irregolarità che ci troviamo a gestire durante il nostro lavoro quotidiano”.