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Il governo cerca di imprimere un'accelerazione sul dossier di Alitalia. In vista della costituzione della newco, le federazioni dei lavoratori dei trasporti mantengono alta l'attenzione su un piano che continua a slittare di settimana in settimana. A prendere la parola è il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, per tornare a chiedere all'esecutivo di costituire al più presto la nuova compagnia, di presentare un piano industriale e di sviluppo con l'obiettivo del mantenimento dei livelli occupazionali. "Più i mesi passano, più Alitalia perde quote di mercato – sottolinea Cuscito – la situazione non permette all'ex compagnia di bandiera di riorganizzarsi, si perde tempo prezioso e non si riesce a sfruttare l'appiattimento del divario tra le compagnie aeree dovuto all'emergenza generata dalla pandemia".
"La nuova compagnia – continua Cuscito – doveva partire a già giugno, poi il decollo è slittato ad agosto. Ora si parla di settembre. Il fatto che il progetto rimanga immobile ci preoccupa. Auspichiamo che il piano di cui parla il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, sia di sviluppo e tutela occupazionale con una flotta iniziale di almeno 100 aerei come annunciato nei mesi scorsi. Ricordo come molti dei dipendenti di Alitalia siano in cassa integrazione e come questa scada il 31 ottobre prossimo. Se non ci sarà un segno di ripresa – conclude il responsabile del trasporto aereo della Cgil – non sappiamo cosa potrà accadere ai lavoratori". Attualmente Alitalia conta circa 11 mila dipendenti di cui 7 mila interessati dagli ammortizzatori sociali.
Intanto nei giorni scorsi, l'agenzia di stampa Adnkronos ha parlato di nuovi contatti con Lufthansa in vista di un'eventuale partnership commerciale e un possibile passaggio di Alitalia dall'alleanza SkyTeam al network Star Alliance. La compagnia tedesca sembra tornare in auge come possibile partner della nuova Alitalia, e questo nonostante un anno fa il governo abbia chiuso la porta ai tedeschi. La proposta che Lufthansa ha in testa, secondo quanto trapela, sarebbe sulla falsa riga di quella del 2018 e quindi con l'obiettivo di una ristrutturazione della compagnia. Due anni fa si era parlato ufficiosamente di almeno 4000 esuberi. Perché un ipotesi del genere possa riprendere corpo, sarebbe necessario un appoggio da parte del governo che finora ha contrastato questa ipotesi, sia durante il Conte 1 che il Conte 2, ma soprattutto un'intesa con i sindacati che hanno sempre respinto con decisione questa possibilità.