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Non c’è pace per i lavoratori e le lavoratrici di Alitalia. Nemmeno nella stagione che va verso il Natale. Anzi, il periodo natalizio si rivela amaro per i dipendenti del compagnia aerea, a causa dell'annuncio di licenziamenti che coinvolgono circa 2.700 addetti che erano in cassa integrazione straordinaria a zero ore. La società, in amministrazione straordinaria dal 15 ottobre 2021, ha inviato una lettera datata primo dicembre 2023 ai sindacati e ai ministri del Lavoro, Trasporti e Made in Italy, comunicando l'inizio di una procedura che determinerà la riduzione del personale.
Per l'esattezza, la società delibera licenziamenti che coinvolgono 2.723 persone, di cui 2.668 provenienti dalla divisione principale e 55 dalla divisione CityLiner (una piccola compagnia regionale, controllata sempre da Alitalia).
La lettera
Alitalia, comunica nella lettera di essere "impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione. Sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento (che è comunque ancora in corso) determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in Cigs a zero ore".
Solo 172 si salvano
La comunicazione ufficiale prevede il mantenimento di 172 persone per le necessità operative connesse alla fase finale di liquidazione dell'azienda, mentre per gli altri dipendenti si prospetta il licenziamento.
La tutela della cassa integrazione
I lavoratori licenziati hanno la cigs garantita fino al 31 ottobre 2024, affiancata dall'integrazione del Fondo di Solidarietà di Settore. Questo dovrebbe assicurare loro una copertura del 60% della retribuzione lorda di riferimento, con un limite mensile di 2.500 euro. Tuttavia, la lettera dei commissari specifica che tale trattamento straordinario di integrazione salariale "non è dovuto dalla data di maturazione del primo diritto utile alla decorrenza della pensione di vecchiaia". La cassa integrazione, che non sarà più gestita da Alitalia e Alitalia Cityliner in amministrazione straordinaria, farà capo direttamente al governo, seguendo il precedente già applicato per il vettore Meridiana. La cassa integrazione straordinaria avrà una durata fissa, rimanendo in vigore dal primo gennaio al 31 ottobre 2024, senza possibilità di proroga.
Nessuna proroga
“Allo stato – si legge sempre nella lettera di Alitalia - nessun ulteriore strumento di legge o adottabile in via negoziale” è utilizzabile per fronteggiare eccedenze di personale così da “limitare le conseguenze sul piano sociale”. "Le condizioni dell’azienda non consentono altresì l’attuazione di interventi di altro genere sull’utilizzazione del personale mediante ricorso a forme flessibili dell’orario di lavoro o sul lavoro a tempo parziale”, spiegano i vertici della compagnia.
Filt Cgil: prorogare la cassa per tutto il 2025
“Il Governo fermi immediatamente i licenziamenti e proroghi la cassa integrazione per tutto il 2024 e anche per il 2025 fino a quando non verranno ricollocati in servizio tutti i lavoratori e le lavoratrici di Alitalia in amministrazione straordinaria. Sono richieste che abbiamo già fatto al Governo Meloni ed anche al precedente Governo”. Così Fabrizio Cuscito, segretario nazionale e coordinatore nazionale Trasporto aereo Filt-Cgil.
“Considerando la crescita del settore che si è registrata nell’ultimo anno, questa proroga è essenziale per consentire alle società (Ita, Swissport, Atitech) che hanno ereditato gli asset di Alitalia di riassorbire tutti i lavoratori e le lavoratrici attualmente in cigs che non dovessero maturare i requisiti pensionistici. Queste sono le richieste che ribadiremo al tavolo di trattativa per l'esame della procedura di licenziamento, oltre alla richiesta di immediata rimozione degli strumenti introdotti dal Governo che hanno abbassato gli assegni percepiti dai lavoratori di Alitalia in cigs a partire dal 2024”, conclude Cuscito.