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I trasporti italiani vedranno nei prossimi mesi il protagonismo assoluto di Ferrovie dello Stato. E questo non solo per il sistema dei treni. Le decisioni assunte dai vertici del gruppo, sulla base delle indicazioni fornite dal governo (controllore e azionista unico attraverso il ministero dell'Economia), saranno decisive per il futuro di Alitalia e Anas. Sulla scrivania dell'amministratore delegato Gianfranco Battisti, intanto, è arrivata l’amara sorpresa del taglio di 600 milioni di euro dei fondi previsti dal contratto di programma, contenuta nella legge di bilancio appena approvata. Una riduzione che, assicura Fs, non inficia gli investimenti previsti, cui il gruppo farà fronte con “risorse proprie”.
Il primo appuntamento è per Alitalia. Entro la fine del mese Ferrovie presenterà ai sindacati il nuovo piano industriale, fondato sull’integrazione tra aerei e treni. “Nelle prossime settimane riprenderà il percorso di confronto con il governo dopo l’ultimo incontro del 12 dicembre scorso. Ci aspettiamo che si concretizzino i progetti annunciati”, spiega il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio: “Pensiamo sia possibile ripartire, a patto di definire un piano strategico che punti sul lungo raggio, recuperando gli errori del passato, su investimenti in aeromobili e su un partner industriale in grado di supportare questo progetto. La composizione azionaria sarà quindi fondamentale per comprendere la serietà del piano del governo”.
Altro tema importante per il sistema dei trasporti è la situazione di Anas, che in realtà adesso riguarda più il governo che Fs. Dopo la decisione di procedere al divorzio tra i due gruppi pubblici, si pone il problema di come portare l'Anas fuori da Ferrovie e dalla pubblica amministrazione. "Vogliamo capire le conseguenze dell’uscita di Anas da un progetto che aveva una logica industriale e di sviluppo”, prosegue Malorgio: “Nel prossimo vertice di gennaio ci auguriamo che il ministero delle Infrastrutture spieghi le prospettive e il futuro assetto di Anas. L'ingresso nel gruppo Fs rispondeva all’imprescindibile necessità di collocare la società fuori dal perimetro pubblico, al fine di dotarla di autonomia gestionale e capacità di investimenti. Siamo curiosi di capire come il governo intende oggi rispondere a questo obiettivo”.
Tornando al ruolo di Ferrovie, il management sta lavorando sul nuovo piano industriale del gruppo, necessario dopo il cambio dei vertici e la nuova “mission” decisa dall’esecutivo con l'acquisizione di Alitalia e il divorzio da Anas. “Ci aspettiamo continuità negli investimenti sul progetto di integrazione ferro-gomma e nel trasporto dei pendolari, ma serve anche maggiore concretezza sul piano di sviluppo del settore del trasporto merci”, aggiunge il segretario generale della Filt Cgil: “Chiederemo inoltre che Ferrovie si attivi concretamente nella risoluzione della crisi del settore degli appalti, che vede a rischio 2 mila addetti su 10 mila”.
Riguardo la mobilità, per Malorgio rimane “prioritario il trasporto pubblico, perché se non è adeguato ed efficiente non ci può essere competitività del territorio e sviluppo del Paese”. Questo significa, conclude il segretario generale della Filt Cgil, dotarsi “di un efficace piano di investimenti e di sviluppo del settore, giungendo rapidamente e coraggiosamente alla risoluzione delle difficoltà ormai strutturali di alcune grandi aziende del settore, come nei casi di Roma e Napoli”.