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Bene l’impegno delle Regioni, ma nessuna risposta da Aim e Ovv. Questo, in sintesi, il commento di Fiom Cgil e Fim Cisl all’incontro sulla vertenza Alcar che si è tenuto oggi (mercoledì 12 gennaio) a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, con la presenza delle Regioni Piemonte e Puglia, i rappresentanti di Aim e Ovv e delle procedure concorsuali di Alcar e Alcar Industrie.
“Le Regioni coinvolte in questa complicata vicenda – spiegano Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive Fiom) e Stefano Boschini (coordinatore nazionale automotive Fim) – hanno dato ampia disponibilità a mettere in campo gli strumenti necessari di politica attiva per la formazione e la rioccupazione dei lavoratori che non transiteranno presso le nuove società in stretto rapporto con la procedura fallimentare e gli acquirenti”.
Marinelli e Boschini, però, rilevano che “da parte di Aim e Ovv non c’è stata alcuna risposta alle richieste che le organizzazioni sindacali hanno avanzato già nell’incontro precedente, in particolare sul numero dei lavoratori che verrebbero assunti, sugli atti conciliativi, sull’assenza del periodo di prova e sul bacino di prelazione”.
Fiom e Fim, pur “consapevoli che il tempo concesso dal Tribunale fallimentare di Lecce sta scadendo”, ritengono “non corretto l’atteggiamento di Aim e Ovv, che sembrano quasi voler portare la trattativa a ridosso della scadenza e mettere le lavoratrici e i lavoratori in una condizione ancora più di disagio nell’incertezza del proprio futuro”.
I sindacati, dunque, hanno chiesto alle Regioni di “convocare incontri territoriali specifici per individuare le azioni che potranno essere messe in campo per una maggiore tutela possibile delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Alcar, precisano Marinelli e Boschini, viene da “una situazione di crisi che si protrae da quasi dieci anni, ed è potuta rimanere sul mercato grazie all’impegno e ai sacrifici che le lavoratrici e i lavoratori hanno messo a disposizione”. Per questo, concludono i due esponenti sindacali, è necessario “rispetto e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per trovare una soluzione che minimizzi gli impatti negativi e tenga conto dell’intero perimetro occupazionale dei due stabilimenti”.