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“Regione e ministero prendano a cuore la vertenza Alcar”. Dopo che il primo incontro – tenutosi a Roma il 2 dicembre fra la nuova proprietà, la Aim srl (del gruppo Officine Vittorio Villa, la Ovv di Castel Rozzone in provincia di Bergamo) e le rappresentanze sindacali dei metalmeccanici – si è rivelato infruttuoso e distante dalle aspettative dei lavoratori, Fiom Cgil e Fim Cisl di Lecce chiedono l’intervento della Regione Puglia. Nel frattempo le segreterie nazionali dei metalmeccanici si adoperano per ottenere presto la convocazione dal Ministero dello Sviluppo economico.
La scorsa estate all’asta indetta dal tribunale di Lecce, Alcar è diventata di proprietà della Officine Vittorio Villa. Poche settimane fa, l’assetto definitivo con il passaggio della storica azienda metalmeccanica del Salento, produttrice di serbatoi e carpenteria per escavatori, alla neo-costituita Aim (100% gruppo Ovv). Quanto prospettato al tavolo del 2 dicembre è, per i sindacati, inaccettabile. Da subito, i nuovi proprietari hanno dichiarato la volontà di tagliare di oltre la metà dei posti di lavoro: da 393 (258 dello stabilimento di Lecce e 135 di quello di Vaie, provincia di Torino) ad appena 191.
Lo scopo della richiesta d Fiom e Fim Lecce è ottenere un tavolo di confronto vero sul futuro della nuova azienda, dei lavoratori e delle loro famiglie. Lavoratori che hanno già pagato un sacrificio alto alle vicissitudini finanziarie dell’azienda (passata per il fallimento e alterne vicende): tutti, oggi, percepiscono la cassa integrazione straordinaria.
"La vertenza si prospetta sicuramente complicata e difficile. Le prime proposte giunte dall’azienda, al netto di investimenti e adeguamenti tecnologici e sulla sicurezza, oltre al taglio lineare dei dipendenti prevedono anche l’assunzione della parte restante del personale non in continuità, bensì con un contratto ex novo, con perdita di tutti i diritti contrattuali e di anzianità sinora riconosciuti. I lavoratori di Alcar rappresentano per questo territorio un bagaglio di conoscenza e professionalità che poche aziende vantano. Auspichiamo, quindi, che anche il territorio con la sua rappresentanza politica faccia sentire la sua voce a sostegno dei lavoratori", affermano le due sigle di categoria.