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Le esternalizzazioni come esempio di lavoro dal "valore negato", il potenziamento dell'assistenza agli anziani attraverso le risorse del Pnrr, il rilancio dell'istruzione pubblica per superare la crisi. Sono questi i tre temi al centro del dibattito che Democrazia e Lavoro Cgil affronterà domani e dopodomani all'Hotel Magaggiari di Cinisi per l'apertura della sua convention di quattro giorni, dal 6 al 9 maggio, che culminerà con l'Assemblea nazionale di domenica e le cerimonie per l'anniversario di Peppino Impastato di lunedì.
Due le giornate di studi, con tre tavoli tematici differenti, propedeutici all'assemblea nazionale di Dl Cgil, per l'elaborazione dei documenti in vista del XIX congresso Cgil.
"Cinisi - si legge nella nota di presentazione - non è una scelta casuale. Qui negli ultimi anni si sono svolte le assemblee nazionali di Democrazia e Lavoro, anima di sinistra della Cgil, perché Cinisi è il paese di Peppino Impastato. "Torniamo a Cinisi, dopo due anni di assenza, per mettere insieme la storia di Peppino, il suo ricordo, le sue battaglie, e dare un contributo di idee a sinistra per la lotta alla mafia e i diritti dei lavoratori", spiega Saverio Cipriano, del direttivo Cgil Sicilia.
Il primo dei tavoli tematici, in programma domani (6 maggio) alle ore 15, è dedicato a "Non autosufficienza, verso una riforma di sistema. Fragilità e anziani nella pandemia". In apertura i saluti di Giovanni Impastato, del segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo e del sindaco di Terrasini Giosué Maniaci. Coordina i lavori: Adriano Sgrò, coordinatore nazionale di DL Cgil. Introduzione di Pippo Di Natale, della segreteria Spi Cgil Sicilia. Modera: Tiziana Scandura, direttivo regionale Cgil Sicilia.
"Discutere di Non Autosufficienza oggi per noi di Democrazia e Lavoro è un modo concreto per cercare di indirizzare le risorse del Pnrr in un ambito di carattere sociale e civile di grande rilievo. Da tempo – spiega Adriano Sgrò, coordinatore nazionale di Dl Cgil -. La Cgil chiede un riordino di sistema del settore e un intervento strutturale e programmato per un'ampia fascia di popolazione che per ragioni varie, spesso legate alla salute, non riesce a provvedere al proprio sostentamento. Il carico gravoso dell'assistenza di tanti anziani e di tante persone non autosufficienti è sulle spalle delle famiglie e del terzo settore. Noi vogliamo discutere di una nuova fase della politica del Paese che possa dare rilancio ad interventi di carattere finanziario e organizzativo verso un settore ancora troppo marginale nella considerazione delle varie amministrazioni pubbliche".
Seguono gli interventi di: Altin Leka, dell'osservatorio fondazione Don Gnocchi, Centro Santa Maria nascente Milano, Domenico Maugeri, dell'Università degli Studi di Catania, Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil nazionale, Laura Pelliccia, collaboratrice di ricerca network non autosufficienza, Pierpaolo Brovedani, medico, responsabile medici e dirigenti sanitari Fp Cgil Trieste, Giancarlo Saccoman, coordinatore nazionale DL Spi Cgil, Vittorio Agnoletto, medico e docente Università degli Studi di Milano.
Sabato 7 maggio alle ore 9, dopo i saluti di Luisa Impastato, presidente associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, e dello scrittore Salvo Vitale, inizierà il secondo tavolo tematico su "Istruzione pubblica e democrazia: ricostruire il pensiero".
In questi ultimi due anni di pandemia, Istruzione pubblica statale e Sanità sono stati al centro del dibattito politico e sociale del Paese. "In un contesto fortemente critico – dichiara Katia Perna, segretaria Flc Cgil Sicilia che introduce il tavolo - sono emerse con evidenza tutte le carenze di edifici scolastici obsoleti e insicuri, classi pollaio, organici insufficienti, e le contraddizioni, si pensi all'alternanza scuola-lavoro, di un sistema, quello scolastico, che da trent'anni è oggetto di "riforme" mirate a depotenziare progressivamente l'idea di istruzione contenuta nella Costituzione". "Un orientamento neo-liberista, che ha condizionato anche la riforma dell'università – aggiunge Perna - e che ha prodotto i suoi effetti più nefasti nelle regioni del Sud, in cui più evidenti sono le diseguaglianze. Superare la crisi è possibile solo se si ripensa l'istruzione pubblica ridandole il ruolo che la Costituzione le assegna e ponendola al centro di un progetto sociale di più ampio respiro".
Partecipano al tavolo: Federico Martino, professore ordinario dell'Università di Messina, Marina Boscaino, Portavoce Nazionale Comitato No Ad, Luca Scacchi, Responsabile docenza universitaria Flc Cgil, Francesco Piastra, segretario confederale Cgil Palermo e Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil nazionale. L'incontro sarà moderato da Angela Accascina, segretaria della Flc Cgil Sicilia.
Alle ore 15 di sabato, il terzo e ultimo tavolo tematico su "Il lavoro dal valore negato: esternalizzazioni, delocalizzazioni, outsourcing, caporalato, contratti in deroga, divario retributivo di genere. Insorgiamo". Presiede Saverio Cipriano, direttivo Cgil Sicilia, coordina Elia Randazzo, direttivo Camera del Lavoro di Palermo. Relazionano Lidia Undiemi, studiosa di Diritto ed Economia, Giuseppe Gucciardo, segretario generale Filt Cgil Livorno, Giovanna Vertova, docente di Economia presso l'Università di Bologna, Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, Peppe Scifo, segretario generale Cgil Ragusa. Intervengono Dario Salvetti, Rsu Gkn, Francesco Loria, Rsa Newcoop, Marcello Cardella, segretario generale Slc Cgil Palermo.
Esternalizzazioni. Al centro il caso in Sicilia più eclatante: quello dei 543 lavoratori Covisian – Almaviva, "rimpallati" a colpi di accuse incrociate tra la committente Ita Airways e le società di outsourcing.
"Le esternalizzazioni sono l'esempio tipico e ormai dominante di lavoro dal 'valore negato' – spiega Lidia Undiemi, studiosa di Diritto ed Economia - Masse di lavoratori assunti da società di outsourcing, vittime degli appalti al ribasso, dove il costo del lavoro diviene il principale, se non l'unico, fattore di competitività. Nel caso di Almaviva-Covisian, una crisi occupazionale che ha aperto una strada molto pericolosa: la possibilità per le imprese di procedere ad assunzioni dirette in occasione del cambio appalto".
"In questa realtà – aggiunge Lidia Undiemi - le vertenze di susseguono una dietro l'altra, il settore dei call center è quello maggiormente colpito, ma in verità ormai la tecnologia e un assetto normativo favorevole stanno spingendo anche grandi aziende di altri settori, tra cui quello bancario, a esternalizzare centinaia di lavoratori in un sol colpo, salvo poi continuare a farli lavorare appunto in appalto. Questo fenomeno - aggiunge Undiemi - è ormai su larga scala, impossibile quantificarlo allo stato attuale, ma le vertenze fioccano in tutti i settori produttivi. Come consulente ne sto seguendo davvero tante, che coinvolgono ormai migliaia di persone. E' una emorragia senza fine, che sta conducendo a una generalizzata precarizzazione dei posti di lavoro, con un impatto negativo anche sul potere di negoziazione dei sindacati, indeboliti a ogni cessione e a ogni cambio appalto, assieme ai diritti dei lavoratori ovviamente. E' necessario aprire al più presto un dibattito per reagire e proporre soluzioni sul campo".