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“Stanchi e demoralizzati”. Si sentono così i Vigili del Fuoco in Lombardia e probabilmente non solo lì. A denunciare una situazione che già da tempo è insostenibile è il coordinatore della Fp Cgil regionale Michele Giacalone in una lunga intervista su PubblicAzione, testata online della federazione lombarda. “Il nostro è un grido di aiuto, speriamo che qualcuno lo ascolti: aiutateci ad aiutare”, spiega senza mezzi termini.
È lunga la lista di richieste del dirigente sindacale. “Più assunzioni e compimento delle stabilizzazioni, nuove autoscale e in numero adeguato, più formazione e aggiornamento professionale, ma anche più tutele e più sicurezza, almeno con dispositivi di protezione all’altezza dei rischi, il riconoscimento delle malattie professionali e un’assicurazione Inail”. Senza dimenticare il contratto nazionale, per dare un adeguato riconoscimento al loro lavoro, sul piano salariale e organizzativo.
Nuove assunzioni e nuovi mezzi restano la priorità, anche considerando il pericolo che i Vigili del Fuoco corrono ogni giorno per salvare vite. “In Lombardia – dichiara Michele Giacalone, come già denunciato più volte anche recentemente dal sindacato – ci sono 39 autoscale di cui 21 in servizio da più di 20 anni (la maggior parte del tempo stanno in officina per la manutenzione) e 8 ad uso esclusivo del personale volontario. L’obbligo di dotazione minima sul territorio dovrebbe passare con urgenza da 14 autoscale ad almeno 20, per garantire un servizio necessario e importante per gli interventi in quota. È inaccettabile vedersi assegnare una sola nuova autoscala in tutta la Lombardia, una goccia nel mare”.
“A livello nazionale ci sono circa 2500 persone in graduatoria (vincitori dello scorso concorso civile e personale della stabilizzazione) in attesa di essere chiamate. A Roma non ci sono né posti letto né istruttori sufficienti a garantire la formazione di questi nuovi giovani. Anche in questo caso, come per le assunzioni, si procede col contagocce – spiega il coordinatore della Fp Cgil regionale –. Ci sono circa 1500 discontinui in graduatoria da 6 anni. Parliamo di persone che allora avevano 40-45 anni e che ora ne hanno 50 e ancora aspettano di essere chiamate. Assumetele, non fate passare altri anni”, è l’appello del sindacalista.
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