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"La decisione di Air Liquide Sanità di licenziare due lavoratori di Vitalaire, una delegata sindacale e componente del coordinamento nazionale del gruppo e un lavoratore appartenente ad una categoria protetta, è un fatto grave che esautora il ruolo delle organizzazioni sindacali a tutti i livelli. Noi riteniamo invece che attraverso il dialogo, come già avvenuto in passato, sia possibile affrontare e risolvere in modo condiviso tutte le problematiche. L’azienda riveda la sua scelta e ritiri subito i due licenziamenti”. Lo comunicano in una nota le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.
“L’11 febbraio scorso – spiegano - la direzione aziendale di Air Liquide Sanità ha fatto recapitare ai due lavoratori l’attivazione della procedura di conciliazione obbligatoria prevista ai sensi dell’art. 1 comma 40 della Legge 92/2012. Questa procedura è finalizzata al licenziamento dei lavoratori coinvolti per giustificato motivo oggettivo. Dal contenuto della lettera, infatti, emerge che la determinazione dell’azienda trae origine dalla creazione di una struttura multi-skills che, come accaduto di fatto anche per Air Liquide Sanità Service, tende a rafforzare il centro servizi già esistente accorpando una serie di funzioni tra cui la gestione degli ordini di acquisto di cui si occupano i due lavoratori".
"Di fatto una ‘coda’ dei licenziamenti collettivi discussi tra settembre e dicembre 2021 e sui quali si è addivenuti a un accordo tra sindacati e azienda. Preme sottolineare – sottolineano le segreterie nazionali - che il 28 settembre 2021, in occasione dell’incontro con il ministero del Lavoro, nell’ambito della procedura di raffreddamento da noi attivata, dichiarammo di essere venuti a conoscenza del rischio di dover gestire ulteriori esuberi su Vitalaire, sollecitando l’azienda a cercare insieme soluzioni occupazionali per eventuali lavoratori impattati. Constatiamo che a distanza di qualche mese l’azienda, senza alcun dialogo tra le parti, ha fatto partire la procedura per i licenziamenti".
"Riteniamo che delle relazioni sindacali degne di tal nome presuppongano almeno l’onestà intellettuale di saper esplicitare queste situazioni, aprendo un confronto con le organizzazioni sindacali che, tra l’altro, sono le stesse che non più tardi di due mesi fa hanno saputo trovare tutte le opportunità per ridurre l’impatto sociale, addivenendo ad una seppur complicata intesa. Reputiamo questo atteggiamento da parte aziendale davvero sconcertante; probabilmente trae origine da un esasperante tatticismo ed esautora il ruolo del sindacato a tutti i livelli".
La direzione aziendale di Vitalaire, proseguono Filctem, Femca, Uiltec, "cerca attraverso questa ennesima azione di azzerare ciò che di più importante riteniamo ci debba essere, vale a dire il dialogo, grazie al quale si affrontano in modo condiviso le tematiche presenti e quelle future. Riteniamo la scelta aziendale ingiustificata, anche perché durante la pandemia ha lavorato tanto, con enormi profitti e dividendi che verranno erogati nel 2022, portando l’ossigeno nelle abitazioni, e deprecabile, perché l’azienda aveva dichiarato esistevano 14 soluzioni occupazionali per i 12 lavoratori coinvolti. Viviamo questa situazione come un attacco all’intero coordinamento e chiediamo pertanto all’azienda di rivedere la sua scelta fatta e di non procedere con alcun licenziamento. In caso contrario daremo seguito a tutte le più idonee iniziative di pressione sindacale per mettere in risalto l’operato dell’azienda”, hanno concluso le segreterie nazionali dei tre sindacati.