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Dopo un lungo tergiversare e svariati quanto infruttuosi incontri (quattro negli ultimi dieci giorni, il 24, 26, 27 agosto e il 1° settembre), finalmente, al quinto tentativo, è arrivata la 'fumata bianca' al dicastero del Lavoro (presso la sede di via Fornovo) con l’accordo sulla vertenza Air Italy. Alle ore 20.30 di oggi, 3 settembre, dopo una no stop di circa dodici ore, hanno apposto le loro firme in calce al documento d’intesa Filt Cgil, Fit Cisl, Uil e Ugl trasporti, azienda, ministero del Lavoro, una rappresentanza dei dicasteri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e dei trasporti, esponenti delle Regioni Lombardia e Sardegna (territori dove sono ubicati i due scali più importanti della compagnia aerea, Malpensa e Olbia, rispettivamente con 900 e 550 addetti).
Al centro del protocollo siglato, il blocco dei licenziamenti e l’estensione degli ammortizzatori sociali per la durata di dieci mesi - con decorrenza 1° settembre - a tutti i 1.465 dipendenti. Un arco di tempo considerato fondamentale per garantire un sostegno al reddito ai lavoratori e alle loro famiglie, secondo i sindacati. Operazione da tempo caldeggiata anche dalle Regioni, nonché appoggiata dagli stessi rappresentanti di Governo, ma osteggiata a lungo dalla controparte datoriale, per la quale, alla scadenza della cigs per Covid-19, avvenuta il 17 agosto, avrebbero dovuto subito riprendere le procedure di licenziamento collettivo, avviate il 27 febbraio poco prima del lookdown, all’atto della sospensione delle attività e della messa in liquidazione di Air Italy.
Proprio questo, dunque, il motivo del contendere, la questione dei licenziamenti, una volta scaduto il periodo previsto dalla cassa integrazione. Secondo le diverse sigle, non si poteva firmare alcun accordo che prevedesse la cessione anche di un solo giorno di mancato preavviso di licenziamento. Fra i punti inderogabili richiesti, e poi ottenuti, “una soluzione che consentisse di coprire il vuoto retributivo fra l’attivazione della cassa e l’erogazione della stessa da parte dell’Inps, il mantenimento di tutte le abilitazioni professionali e dei brevetti per la società di manutenzione di Air Italy, Maintenance, nonché dei piloti e degli assistenti di volo del gruppo stesso, la copertura assicurativa e la permanenza di un presidio in azienda per tutta la durata della cigs.
Per le organizzazioni sindacali, “non si poteva pensare a un'interruzione automatica del rapporto di lavoro con i dipendenti, perché in questo periodo ci sarebbero potute essere manifestazioni d’interesse da parti di altri vettori o di società disposte a rilevare tutto o parte delle attività di Air Italy. Era anche necessaria una valorizzazione delle numerose professionalità presenti, che in tutti questi anni si sono formate nell’ambito di una delle compagnie aeree più vecchie d’Europa, con 54 anni di attività accumulati fra le gestioni di Alisarda, Meridiana e Qatar. Non era possibile disperdere un simile patrimonio di competenze e conoscenze in tal modo e avere poi mano libera sui licenziamenti, come pretendeva l’azienda”.
Inoltre, l'accordo prevede che in questi mesi si lavorerà per delineare prospettive per una soluzione industriale che garantisca la ricollocazione di tutti gli addetti delle sedi di Olbia, Malpensa, Linate, Firenze, Fiumicino, Napoli, Catania e Palermo all’interno dello stesso settore aeronautico. Operazione nient’affatto facile, considerando l’età media piuttosto alta del personale, superiore ai cinquant’anni. “Assieme al Mise e al Mit stiamo valutando tutte le possibilità sul tappeto in tema di politiche attive del lavoro e a breve presenteremo ai sindacati le nostre prime proposte, al fine di garantire la massima continuità occupazionale ai dipendenti di Air Italy”, ha riferito la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, considerando che il Governo, tramite il decreto Rilancio, ha già stabilito che l’organico dell’ex compagnia dell’Aga Khan possa essere in parte riassorbito dalla newco Alitalia.
Un ruolo importante per arrivare all’accordo lo hanno giocato di sicuro le Regioni. “Entrati nel vivo della trattativa - rilevano ancora le sigle sindacali di categoria -, abbiamo registrato con favore l’intervento delle Regioni Lombardia e Sardegna, le quali, con forza hanno richiesto la conversione dell’attuale procedura di licenziamento collettivo in un avvio immediato della cigs, al fine di non procedere ad alcun esubero al termine della stessa procedura, grazie anche all’impegno congiunto esercitato da parte dei relativi dicasteri. Entrambe le Regioni, hanno anche assunto l’impegno formale di voler presentare un disegno sociale dettagliato, rispetto alle idee di riqualificazione attiva che sono state proposte a favore di tutti i lavoratori Air Italy e per il recupero dei livelli occupazionali”.
Un secondo intervento favorevole è pervenuto da parte del Mit, che ha ribadito come, rispetto alle differenti perplessità evidenziate dai due commissari liquidatori, non vi è alcun impedimento, al netto del decreto pubblicato lo scorso 14 agosto, affinchè i dipendenti di Air Italy non possano godere degli ammortizzatori sociali. A tal proposito, lo stesso dicastero del Lavoro ha volutamente evidenziato la ratio su cui è basato il provvedimento prodotto ad hoc per Air Italy, come già rilevato dalla Filt: nelle memorie dell’accordo stesso, non vi potrà essere una clausola secondo cui, al termine del periodo di cigs, laddove intervenissero problematiche nel naturale decorrere della stessa procedura, l’azienda possa procedere con i licenziamenti.
Insomma, alla fine, si può dire missione compiuta sulla cassa integrazione, come ha commentato a ‘caldo’, Fabrizio Cuscito, della segreteria nazionale Filt: “E’ un ottimo risultato, che sventa per ora 1.465 licenziamenti, ottenuto in un contesto molto difficile con una liquidazione aziendale in atto, grazie all’estremo impegno e alla tenacia delle organizzazioni sindacali. In sostanza, abbiamo registrato positivamente il recepimento di tutte le nostre istanze, che avevamo avanzato durante gli incontri precedenti, allorchè avevamo evidenziato alcune criticità rispetto all’accordo bozza, presentato in prima stesura dalla stessa azienda. Grazie al contributo del ministero del Lavoro e delle Regioni Sardegna e Lombardia, con l’intesa vengono garantiti tutti i diritti retributivi e vengono mantenute le professionalità certificate e in tempi brevissimi verranno presentati i programmi di riqualificazione”.
“Adesso, non bisogna abbassare la guardia – ha sostenuto infine il dirigente sindacale -, ma si deve lavorare, nel corso dei dieci mesi di cigs, per trovare una soluzione industriale, di concerto con i ministeri dello Sviluppo economico e dei Trasporti e con le Regioni interessate, che permetta di non disperdere le alte professionalità dei dipendenti della compagnia e di dare una prospettiva di lavoro a tutti i dipendenti Air Italy, assicurando una continuità economica a loro e alle rispettive famiglie”.
Nel frattempo, però, è sorto un ostacolo in più sulla definitiva risoluzione della vertenza: l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha sospeso la licenza di volo alla compagnia.sardo-qatariota, a partire dallo scorso 25 agosto. Il vettore ha i voli fermi da oltre sei mesi, quindi, a giudizio dell’Enac, non può più svolgere attività di trasporto aereo né ha la possibilità di vendere biglietti.