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A 48 ore dalla scadenza della cassa integrazione, che non è stata prorogata, arrivano le prime lettere di licenziamento collettivo per i 1.322 dipendenti dell'ormai ex compagnia aerea sardo-qatariota Air Italy. Secondo quanto si apprende dall'Ansa, la comunicazione – anticipata via mail ad alcuni dei lavoratori – sottolinea la conclusione della procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 23 settembre. Il licenziamento ha effetto immediato con il pagamento dell'indennità sostitutiva del preavviso.
Il commento. “Purtroppo il momento che temevamo e che abbiamo cercato di scongiurare è arrivato, le lettere di licenziamento dei lavoratori di Air Italy sono partite, nella totale indifferenza delle istituzioni”. Ad affermarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, chiedendo “un intervento immediato del governo per bloccare la procedura e scongiurare una tragedia sociale”.
“Più volte in questi mesi – proseguono i sindacati – abbiamo chiesto un intervento decisivo per risolvere la situazione avanzando proposte concrete rimaste inascoltate. Con una norma in deroga alla Legge di Bilancio, infatti, si sarebbe potuto estendere la cassa integrazione a tutti i 1400 lavoratori e lavoratrici di Air Italy anche per il prossimo anno, a prescindere dalle decisioni dell’azienda". Le federazioni dei trasporti continuano a ribadire l’importanza di costituire un bacino nazionale di riqualificazione e ricollocazione del personale del trasporto aereo, fondamentale per non disperdere il bagaglio di professionalità dei lavoratori non solo di Air Italy, ma di tutto il settore”.
“Siamo esterrefatti – aggiungono Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl T.A. – dalla completa inerzia del governo e delle istituzioni davanti a questa drammatica situazione. Per altre aziende di altri settori si sono cercate soluzioni che hanno evitato il dramma. Per il trasporto aereo, invece, si registra una grave assenza del governo che sconcerta e che ci induce a programmare azioni di lotta che coinvolgano tutto il settore”.
Nei giorni scorsi i sindacati avevano definito oltraggioso che i dirigenti di Air Italy non si siano presentati all'incontro del 29 dicembre, convocato dal ministero del Lavoro alla presenza dei ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo Economico e delle Regioni Sardegna e Lombardia. Quello di Air Italy non è il primo drammatico segnale della crisi che sta travolgendo il settore del trasporto aereo, in ginocchio a causa della pandemia. "Sono due anni che ci mobilitiamo con manifestazioni, presidi e scioperi – hanno ricordato le federazioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – per rivendicare interventi volti ad arginare la crisi di tutte le aziende del settore ma la politica ha fatto troppo poco".