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“Manca la volontà di dare una risposta chiara e per tutti sulla stabilizzazione delle 70 risorse di Agenas che hanno prestato servizio per l'agenzia, da 10 anni e oltre. Tutto questo avviene quando in ogni articolazione del sistema sanitario è ormai palese che servano risorse e investimenti, a partire da personale stabile e qualificato. Per anni, a prescindere dal rapporto contrattuale, hanno svolto ruoli essenziali nel coordinamento tra stato e regioni in materia sanitaria, ad esempio occupandosi di formazione continua obbligatoria per tutti gli operatori. Con la pandemia, le funzioni dell'Agenas, sotto il controllo del Ministero Salute, sono diventate di più e più importanti”, continuano i sindacalisti.
“Senza trasparenza né rispetto per chi vi ha lavorato, l’Agenas apre a nuove consulenze e a nuovo precariato, avviando una selezione pubblica per la formazione di graduatorie a tempo determinato per diversi profili (cat. D e C), mentre si lasciano nel dramma della disoccupazione 70 famiglie. È una vergogna oltre che un paradosso: contrasteremo in ogni modo la creazione di altre sacche di precariato, denunciando e contestando in ogni sede le scelte di Agenas. Faremo un accesso agli atti e denunceremo nelle sedi opportune l’eventuale assenza di risposte. È necessario che i vertici dell’Agenzia, a partire dal Direttore Mantoan, facciano chiarezza sulle scelte relative a personale e collaborazioni e che informino lo stesso Ministero delle complessive necessità di risorse in funzione dei compiti assegnati. Il Direttore Mantoan dovrebbe spiegare se l'Agenzia può continuare a funzionare senza un terzo dei lavoratori. Noi siamo convinti che ciò non sia possibile, pertanto invitiamo il Direttore Generale a relazionare urgentemente al Ministero sulla criticità creata dal licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori precari”, proseguono i tre dirigenti sindacali.
“Sono lavoratori che hanno tutti i requisiti per essere stabilizzati, ai sensi della legge Madia. Ora serve trasparenza e una volontà politica chiara che porti avanti il percorso di stabilizzazione. Nel sistema sanitario come in tutta la pubblica amministrazione, ora più che mai è essenziale investire, partendo dalla dignità del lavoro e dal valore alle professionalità. Dalla pandemia non siamo certo usciti: è impensabile privarsi di risorse importanti ed esperte per le attività di coordinamento tra stato e regioni e per il supporto alle aziende sanitarie. Di certo, alla qualità dei servizi pubblici non si risponde con disoccupazione e precariato. Non lasceremo soli questi lavoratori: torneremo sotto al ministero della Salute l'11 gennaio, e arriveremo allo sciopero del 22 per il personale di tutta l'Agenzia”, concludono Cgil Cisl e Uil.