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L'aerospazio, il secondo settore industriale del nostro Paese dopo l'automotive, sta subendo e subirà una recessione senza precedenti nei prossimi anni. "Tutte le aziende del comparto, dai grandi gruppi alle centinaia di piccole e medie aziende dell'indotto e della fornitura diretta, stanno dichiarando negli incontri nazionali e territoriali che il mercato e il settore potrebbe tornare a regime, e non in tutti i segmenti, verosimilmente non prima del 2023". Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil e Claudio Gonzato, coordinatore nazionale del settore aerospazio per la Fiom nazionale.
Il periodo di crisi estremamente lungo necessita di riflessioni, iniziative e interventi per la difesa dei livelli occupazionali e produttivi di carattere straordinario, mai prima d'ora identificati per un settore che, dal dopoguerra a oggi non ha visto crisi rilevanti. "Alla luce del quadro che sta prendendo piede, serve un confronto adeguato tra parti sociali e governo. Serve una convocazione urgente e la definizione di un tavolo permanente al Mise, con la regia della presidenza del Consiglio. In Europa e nel mondo la maggioranza dei governi sta definendo ingenti risorse economiche per la difesa delle compagnie aeree e del settore direttamente collegato", proseguono i due sindacalisti.
La Fiom ritiene indispensabile capire come il nostro Paese intenda muoversi nello scenario in rapida evoluzione. "Il tavolo nazionale diventa l'unico ambito in cui governo, sindacati e aziende si confrontino per decidere le iniziative per salvaguardare professionalità, innovazione tecnologica e capacità produttive, che rischiano di perdersi irreparabilmente. La discussione sul futuro industriale nella crisi legata al Covid-19 non può prescindere da una discussione approfondita sull'aerospazio, soprattutto con aziende controllate dal ministero del Tesoro, pena diventare non più protagonisti, ma comprimari nel settore", concludono i due dirigenti sindacali (R.G.).