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Chiudere la procedura di mobilità con i soli sette lavoratori che hanno deciso di non opporsi al licenziamento. Questa la richiesta avanzata ad Aerdorica da sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf) e Regione Marche nell'incontro che si è tenuto nel pomeriggio di martedì 10 marzo per esperire "l’esame in sede istituzionale della procedura di licenziamento collettivo per 23 lavoratori dello scalo". I sindacati hanno chiesto unitariamente di "chiudere la procedura di mobilità con i soli lavoratori che hanno deciso di non opporsi al licenziamento con esodo incentivato o part-time in numero di sette unità, e di attivare sin da subito la cassa integrazione ordinaria a causa della crisi sanitaria in corso per Covid-19".
Infatti l’aeroporto di Ancona ha subito numerose cancellazioni di voli: il Tirana, i tre voli per Monaco della Lufthansa, il volo per Catania di Volotea, e sono in previsioni altre cancellazioni di altre compagnie aeree. "Pertanto, essendo il trasporto passeggeri praticamente fermo, l’ introduzione della cassa integrazione ordinaria è l’unica prospettiva possibile", spiegano i sindacati.
Anche la Regione ha ritenuto "ottima la proposta delle parti sindacali, in quanto non si ritiene che in una situazione di crisi si possano mettere per strada i lavoratori nell'incertezza più assoluta di essere riassunti nell'appalto della security; attualmente la gara è in corso ma non contiene clausola sociale, per indisponibilità del maggior azionista (il Fondo Njord, socio di maggioranza)". L’Assessore Bravi ha ricordato allo stesso socio di maggioranza di "aver finanziato la scorsa settimana i bandi per la pubblicità alle compagnie aeree per circa 13,5 milioni di euro, senza considerare la ricapitalizzazione di 29 milioni già erogati per salvare lo scalo". A livello nazionale, la parte datoriale assieme alla parte sindacale ha chiesto misure molto
spinte per sostenere il settore.
“Pur comprendendo che siamo in un momento difficilissimo per la nostra regione - dichiara Valeria Talevi, della Filt Cgil Marche - e che il presidente Ceriscioli è impegnato in cose molto più gravi e urgenti, riteniamo che si debba chiedere all'investitore privato di assolvere agli obblighi di garanzia dei posti di lavoro così come promessi circa un anno fa dallo stesso
presidente, dopo il salvataggio dello scalo, anche attraverso la legge Madia, che ha avuto la riapertura dei termini con il decreto milleproroghe per le società partecipate pubbliche che potrebbe essere un utile strumento per ricollocare alcune unità lavorative”.