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"Adidas dell'area di Monza ci ha comunicato che procederà alla terza procedura di licenziamento collettivo per un totale di 95 posti di lavoro in meno nei prossimi tre anni. Abbiamo chiesto il coinvolgimento della Regione, dei consiglieri presenti e degli assessori competenti Rizzoli e Guidesi per aprire un tavolo di confronto con il livello manageriale, sia locale che centrale, per provare a creare le condizioni per invertire la tendenza che negli ultimi tre anni ha visto perdere competenze, delocalizzare funzioni strategiche in Portogallo, indebolire pesantemente i livelli occupazionali, che nella sede Italiana di Monza, in Lombardia, si sono ridotti da oltre 300 alle attuali 226 persone". Così Matteo Moretti, segretario generale Filcams Monza Brianza, Giulio Fossati, segretario Cgil Monza Brianza, Valentina Cappelletti, segreteria Cgil Lombardia, in una nota congiunta.
Prosegue l'impegno delle rappresentanze sindacali nella tutela dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti nella terza procedura di licenziamento collettivo che vede il taglio di 31 posti di lavoro, di cui 21 a Monza. "La richiesta forte alle istituzioni è di provare a usare le energie e il proprio ruolo di condizionamento per aprire una vera discussione sul piano strategico e creare le condizioni per investire sul consolidamento dei livelli occupazionali come leva di responsabilità sociale, in una realtà che vede continuamente crescere il fatturato e i margini, ma sembra focalizzata a livello manageriale solo sulle quote di mercato e sull'ambito commerciale", proseguono i tre dirigenti sindacali.
"La commissione si è impegnata attraverso il presidente e il rappresentante della struttura preposta a creare un'interlocuzione tra l'azienda e gli assessorati competenti. Chiediamo di essere coinvolti in queste interlocuzioni e monitoreremo l'impegno delle istituzioni e la concretezza di queste iniziative, poiché i lavoratori e il territorio meritano risposte all'altezza della complessità dei problemi e crediamo che Adidas costituisca un caso di scuola su cui provare a costruire una risposta", concludono i tre sindacalisti.