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Licenziamento in vista per 66 dei 76 dipendenti di Acs Capital, la società di gestione dei crediti deteriorati controllata dal 2020 dal fondo statunitense Bain Capital, con sede operativa a Tavagnacco (Udine) e uffici a Roma e Milano.
A lanciare l’allarme sono state le organizzazioni sindacali dopo l’incontro tenutosi la scorsa settimana nell’ambito della procedura seguita ai 50 licenziamenti collettivi del 2023, durante il quale la proprietà ha annunciato un’ulteriore riorganizzazione, con la chiusura degli uffici di Milano e di Roma, che non erano state toccate dai tagli dello scorso anno, e il licenziamento di ulteriori 43 dipendenti in servizio nella sede di Tavagnacco (Udine).
“La decisione – hanno spiegato in una nota Guido Fasano (Fabi), Gennaro Manco (First Cisl) e Andrea Rigonat (Fisac Cgil) – è giustificata dall’azienda a seguito del recesso dei contratti di servicing sui portafogli in gestione ad Acs e al conseguente riposizionamento dell'attività aziendale sul solo master servicing”.
“Le parti – hanno aggiunto – definiranno ulteriori incontri nei quali approfondire le motivazioni che hanno condotto il socio a una tale inopinata scelta, a nemmeno un anno dalla chiusura della precedente procedura”. I sindacati annunciano fin d’ora che “metteranno in atto tutte le iniziative possibili per contrastare le determinazioni della proprietà, coinvolgendo da subito anche le istituzioni del territorio”.