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Prima l’annuncio della chiusura, poi il laborioso raggiungimento di un accordo per evitare la cessazione dell’attività. Ma anche quell’intesa salta e per il centinaio di dipendenti della Cotes di Balanzano (Perugia), Rimini e San Marino torna l’incubo della perdita del proprio posto di lavoro.
Venerdì 5 aprile la Fiom Cgil ha organizzato uno sciopero di otto ore nelle tre sedi dell’azienda attiva negli appalti di telecomunicazioni e cablaggio fibre ottiche, che in febbraio aveva appunto dichiarato la cessazione dell'attività. Uno stop, accompagnato da presìdi davanti ai cancelli dell’azienda, per “sperare ancora nel futuro”.
La posizione della Fiom Cgil
“Il 25 marzo, dopo un mese di trattative, si era giunti a un accordo che prevedeva l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, la rateizzazione dei Tfr e le incentivazioni all'esodo”, spiega la Fiom Cgil Rimini: “L’azienda ha poi deciso unilateralmente di far saltare l'accordo e il tavolo, assumendosi una gravissima responsabilità nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie”.
L'assemblea dei lavoratori, convocata subito a ridosso della decisione aziendale, stigmatizza il comportamento della proprietà che “in spregio a quanto definito nell'accordo, nonché alle vite di lavoratori che hanno passato decenni in azienda, assume una scelta incomprensibile”. Da qui, la comunicazione dello stato di agitazione dei lavoratori diretti e degli appalti.
“La dirigenza di Cotes accusa incredibilmente la Fiom di aver ‘inasprito i toni’, ma in realtà, molto semplicemente, non sta rispettando gli accordi faticosamente raggiunti alla presenza di Confindustria”, racconta il segretario generale Fiom Cgil Perugia Nico Malossi: “Accordi che puntavano a tutelare le maestranze, soprattutto sull’apertura della cassa integrazione straordinaria, essenziale per traghettare l’azienda verso una possibile cessione”.
L’esponente sindacale, in conclusione, ritiene che “la poca trasparenza, i silenzi, il tempo continuamente perso, hanno determinato un rapporto di sfiducia nei lavoratori che hanno addirittura dovuto apprendere indirettamente la notizia della cessazione dell’azienda attraverso i colleghi di San Marino e Rimini. Noi non ci stiamo, vogliamo l’immediata riapertura del tavolo di trattativa per difendere gli interessi dei dipendenti Cotes”.