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Firmato venerdì 4 aprile al tavolo di crisi in Regione Toscana l’accordo per la Navico Rbu di Montespertoli (Firenze), la multinazionale norvegese che a metà gennaio aveva comunicato la decisione di delocalizzare la produzione in Messico, avviando la procedura di licenziamento collettivo dei suoi 27 lavoratori.
L’accordo tra sindacati e azienda (operante nella progettazione, produzione, assemblaggio, manutenzione di sistemi elettronici e dispositivi di controllo e di sicurezza marittimi e terrestri), che segue la pre-intesa del 25 marzo scorso, prevede la cassa integrazione per un anno, a partire dal 1° maggio, e un incentivo all’esodo volontario per tutti i lavoratori, compresi i contratti a termine.
Oltre all’ammortizzatore sociale, nove lavoratori saranno ricollocati in aziende del gruppo, mentre per gli altri è prevista una dote di 16 mila euro da parte di Navico per la ricollocazione in altre aziende (di cui si occuperà una società specializzata), più un contributo aggiuntivo della Regione Toscana fino a 11 mila euro e al 20 per cento della Naspi non riscossa. Per i lavoratori vicini al pensionamento (circa una mezza dozzina) sarà attivato l’accompagnamento contributivo fino a 60 mesi.
Fiom: “Rimane l’amarezza per la delocalizzazione”
“Dopo numerosi incontri insieme alla Regione Toscana siamo riusciti a scongiurare gli scenari inaccettabili prospettati dalla multinazionale che ha deciso di delocalizzare”, spiega il segretario Fiom Cgil territoriale Stefano Angelini: “Rimane l’amarezza per un’azienda altamente specializzata che decide dall’oggi al domani di abbandonare il territorio e delocalizzare”.
Il segretario Fiom Cgil Angelini così conclude: “Siamo arrivati a un accordo, ma stiamo comunque parlando della chiusura di un’azienda e di lavoro che viene portato via. La novità importante è, se non altro, rappresentata dall’incentivo che dà a tutti i lavoratori le medesime tutele”.
Regione Toscana: “Adesso via alla reindustrializzazione”
“Adesso che è scongiurato il licenziamento forzoso, sarà comunque cura della Regione e del Comune impegnarsi per la reindustrializzazione del sito”, commenta Valerio Fabiani, consigliere per le crisi aziendali del presidente della Regione Giani: “Questa è una delocalizzazione vera e propria, con la multinazionale che chiude l’attività e la sposta in Messico, ma che non incappa nel cosiddetto decreto anti-delocalizzazioni solo perché non ne ha i requisiti numerici”.
A maggior ragione questo accordo “è importante, proprio perché ci siamo ispirati agli stessi princìpi di una norma cui tecnicamente non potevamo appellarci. Devo un ringraziamento a tutte le parti e specialmente ai lavoratori: hanno dato vita a una battaglia che ha coinvolto l’intero territorio e che è stata un ingrediente decisivo”.