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“Abbiamo fatto tutto il possibile per tutelare le lavoratrici e i lavoratori, senza la loro determinazione non avremmo ottenuto nulla”. Questo il commento del segretario Fiom Cgil Milano Giovanni Ranzini all’accordo raggiunto mercoledì 27 novembre in Assolombarda con la Bystronic Automation Technology. “Avevamo ragione” aggiunge: “La procedura di licenziamento collettivo avviata dall’impresa, oltre che antisindacale nei modi, non aveva fondamento nel merito”.
Il 10 ottobre scorso, infatti, la multinazionale svizzera (oltre 3 mila dipendenti in più di 40 sedi a livello mondiale), attiva nel settore della progettazione e produzione di macchine di automazione industriale, aveva annunciato, nell'ambito di una riorganizzazione globale, la cessazione dell'attività negli stabilimenti di San Giuliano Milanese e Fizzonasco di Pieve Emanuele, in provincia di Milano.
Fiom: “Mancano leggi che impediscano la fuga delle multinazionali”
“Secondo Bystronic 150 lavoratori avrebbero dovuto essere licenziati e due stabilimenti ‘svuotati’ velocemente e senza alcuna discussione”, prosegue Ranzini: “Il gruppo dirigente aziendale non aveva proprio messo in conto la reazione di lavoratori e sindacato. Ma le cose sono andate diversamente”.
L’accordo prevede che 43 lavoratrici e lavoratori restino dipendenti del gruppo per almeno due anni, con la garanzia che in questo lasso di tempo non potranno essere licenziati. Per i restanti 100 (nel frattempo sette lavoratori hanno già trovato un nuovo impiego) è previsto un incentivo all’esodo pari a più di un anno di stipendio, oltre che la possibilità di rivolgersi, a spese di Bystronic, a una società di ricollocazione che li affiancherà fino a quando non avranno firmato un contratto a tempo indeterminato.
Il 6 dicembre l’accordo verrà ratificato in Regione Lombardia. “Questa vicenda – conclude il segretario Fiom Cgil Milano – ci conferma però quello che sosteniamo da tempo: l’assenza di leggi che impediscano alle multinazionali di traferire saperi e produzioni fuori dal Paese è uno dei problemi più grandi che ci troviamo ad affrontare. Sarebbe ora che chi governa si occupasse di questo”.