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“In assenza di una risposta della presidenza del Consiglio dei ministri alla richiesta d’incontro inviata il 5 febbraio, ci autoconvocheremo a Palazzo Chigi per un confronto urgente e necessario a garantire la continuità produttiva e occupazionale di Acciaierie d’Italia”. A dirlo sono i segretari generali di Fiom Cgil (Michele De Palma), Fim Cisl (Roberto Benaglia) e Uilm Uil (Rocco Palombella).
“Il tempo è ormai scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile”, spiegano i tre leader: “Da giorni sembrerebbe essere in atto una trattativa segreta tra i soci di Acciaierie d’Italia alla ricerca di una soluzione condivisa per il cambio di gestione, in assenza di confronto con le organizzazioni sindacali”.
De Palma, Benaglia e Palombella reputano “inaccettabile che dopo due decreti voluti dal governo per estromettere Mittal, attraverso l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, la situazione e il futuro dell’ex Ilva rimangano nella totale incertezza”. E denunciano ancora una volta “la grave e preoccupante situazione in cui versano i siti produttivi dell’ex Ilva, con conseguenze drammatiche sull’indotto e sui 20 mila lavoratori”.
I leader di Fom, Fim e Uilm così concludono: “In assenza di un intervento urgente saremmo alla fermata totale degli impianti. Noi non ci rassegniamo e chiediamo al governo azioni immediate e decisive: non accetteremo decisioni precostituite sul futuro. L’unico riferimento per noi resta l’accordo del 6 settembre 2018. Le lavoratrici e i lavoratori hanno avuto grande senso di responsabilità: è ora che il governo si assuma le sue e tragga le dovute conseguenze”.