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"La vertenza ex Ilva rischia il collasso se non dovessero arrivare risposte immediate dai ministeri competenti sul futuro ambientale e industriale, che necessitano di approfondimenti sulle prospettive future, ma soprattutto sulla attuale gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto e del gruppo Adi. Infatti, la fase transitoria, in attesa dell’ingresso in maggioranza da parte di Invitalia nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia, sta creando criticità soprattutto nella gestione degli impianti che, a causa dell’assenza di programmazione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, non garantiscono adeguati livelli produttivi né idonei standard ambientale. Inoltre, negli ultimi giorni stiamo riscontrando un aumento inspiegabile dei lavoratori collocati in cassa integrazione, molti dei quali afferenti alla manutenzione centrale e di produzione, che potrebbe mettere seriamente a rischio la sicurezza dei lavoratori e la salvaguardia degli impianti attualmente in marcia". Lo dichiarano in una nota congiunta Roberto D'Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom e Francesco Brigati, segretario generale Fiom di Taranto.
"Continuiamo, pertanto, ad assistere a una gestione alienata da parte della direzione aziendale che, unilateralmente, ha deciso di aumentare i numeri della cigs nonostante la ripartenza di Afo 2 e la presenza di un accordo sottoscritto in sede ministeriale, che avrebbe dovuto garantire una conduzione più trasparente e condivisa con le organizzazioni sindacali. Infatti, durante la prima fase dell’utilizzo dell’ammortizzatore sociale sono stati rispettati i punti contenuti all’interno dell’accordo, salvo riscontrare successivamente un radicale e ingiustificabile cambio di gestione che sta determinando, di fatto, il mancato rispetto di quanto previsto dal verbale di cigs e che avrà inevitabilmente, per la Fiom, delle ripercussioni sulle future scadenze", proseguono i due dirigenti sindacali.
"Tuttavia, il tempo non è una variabile indipendente e, in assenza di una chiara prospettiva industriale e ambientale, si rischia seriamente il collasso degli stabilimenti del gruppo Adi e soprattutto il mancato raggiungimento del processo di transizione ecologica che necessita d'investimenti indispensabili a traguardare la siderurgia green e porre fine all’inutile contrapposizione dei due diritti costituzionali come la salute e il lavoro, anche attraverso l’introduzione delle linee guida dalla Valutazione d’impatto sanitaria preventiva. Inoltre, la vertenza ex Ilva assume maggiori criticità in seguito all’ordinanza sindacale in cui si ordina ad AdiI e Ilva in As d'individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene, disponendo di ricevere un riscontro nella risoluzione della problematica entro trenta giorni dal ricevimento dell’ordinanza, a causa dell’ingiustificato rischio sanitario derivante dalla produzione dello stabilimento siderurgico", aggiungono i due esponenti della Fiom.
"Dalla stessa ordinanza sindacale si evince come in questi mesi ci siano state delle ricorrenti comunicazioni fra il sindaco di Taranto, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, l’Istituto superiore di sanità, gli assessorati alla Salute e all’Ambiente della Regione Puglia, l’Aress Puglia, l’Arpa Puglia e l’Asl di Taranto che, di fatto, hanno escluso un confronto con gli Rls di impianto e con le Rsu, negando agli stessi la possibilità di essere messi a conoscenza di quanto avveniva all’interno dello stabilimento siderurgico e d'intervenire per la salvaguardia della salute dei lavoratori, che sono i primi esposti all’inquinamento ambientale anche durante l’orario di lavoro. Per tali ragioni, chiederemo l’accesso agli atti per valutare in modo più dettagliato quanto riportato nell’ordinanza sindacale e solleciteremo un incontro ai dicasteri competenti, perché urge un tavolo permanente per uscire dall'attuale impasse e per accelerare l’ingresso del pubblico al fine di garantire una giusta transizione e, soprattutto, una gestione del presente che necessita di un'adeguata manutenzione programmata, oltre che la disponibilità di ricambi utili per sostenere gli standard ambientali e produttivi", concludono i due sindacalisti.