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Le segreterie regionali della Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl dell'Abruzzo stamane hanno trasmesso alle associazioni datoriali della sanità privata, ai Prefetti di Chieti, L’Aquila, Pescara,Teramo, all’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì e alla Commissione garanzia sciopero la dichiarazione di stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle aziende e strutture che in Abruzzo applicano il ccnl Aiop Aris.
"Motivo della protesta - denunciano i sindacati - la constatazione che, a diversi mesi dalla sottoscrizione definitiva del contratto nazionale e nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, in Abruzzo concretamente sono vanificati gli effetti del rinnovo contrattuale, con conseguenti perdite sia di retribuzione che di novazioni normative per i dipendenti interessati. Se da una parte, le controparti datoriali lamentano, correttamente, che la Regione non ha ancora adottato atti formali a copertura, come da accordo in conferenza Stato Regioni, del 50% delle risorse a integrazione dell’aumento dei costi contrattuali derivanti dal rinnovo contrattuale intervenuto lo scorso ottobre, non è più comunque accettabile dover ancora attendere la puntuale applicazione del contratto nazionale".
"Tale situazione è ormai intollerabile e dispregiativa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori incolpevoli della situazione determinatasi considerato che i datori di lavoro non adempiono agli obblighi contrattuali comunque esigibili e la Regione Abruzzo immemore degli impegni assunti in sede di Conferenza Stato Regioni, sorda alle richieste datoriali e sindacali, non ancora adempie all’adozione di atti formali come ormai ripetutamente richiesto oltre che non rispondere alle numerose richieste di incontro. Dopo 14 anni di attesa per il rinnovo del contratto nazionale e diversi mesi dalla stipula definitiva, non si può attendere ulteriormente e per questo abbiamo attivato le procedure sindacali per tutelare il salario ed i diritti delle lavoratrici e i lavoratori della sanità privata abruzzese", concludono le organizzazioni di categoria regionali.