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L’accordo non si è trovato, il licenziamento è ormai certo. Per i 40 dipendenti (su 127) dello Spazio Conad situato nel centro commerciale Conca d’Oro di Palermo, gestito dalla Abbate Ipermercati, quest’estate sarà amarissima. La procedura era stata avviata a metà maggio, a nulla sono valse le proteste (l’ultimo sciopero è del 24 luglio) e la mediazione delle istituzioni.
La posizione dei sindacati
“Nonostante le lotte e il supporto dei funzionari dell'Ispettorato del lavoro, sabato 27 luglio la procedura si è chiusa negativamente e quindi con un mancato accordo”, spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil territoriali: “Abbiamo nuovamente invitato l'azienda a ricorrere all'utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi adducendo tutte le opportunità a sostegno, ma senza successo”.
I 40 lavoratori, infatti, per ora non avranno neanche la cassa integrazione. “Il gruppo Abbate – proseguono i segretari generali Giuseppe Aiello (Filcams), Stefano Spitaleri (Fisascat) e Ida Saja (Ulitucs) – continua a opporsi all'utilizzo degli ammortizzatori sociali per provare a tutelare i livelli occupazionali. Contestiamo la procedura di licenziamento perché, a nostro avviso, ci sono i presupposti di illegittimità. Siamo pronti a opporci in ogni sede per salvaguardare le 40 famiglie coinvolte”.
Spitaleri, Aiello e Saja evidenziano che “nel corso dell'espletamento dell'esame congiunto, malgrado continue richieste, non sono stati forniti i dati dell'esercizio di bilancio 2023 con l'avallo dei revisori, nonché il piano commerciale. Ciò non ci ha consentito di esercitare le prerogative che la legge riconosce ai funzionari sul controllo e sulla verifica della bontà, correttezza e trasparenza delle informazioni fornite dall'azienda”.
Una circostanza, aggiungono i tre esponenti sindacali, che “ha arrecato un evidente pregiudizio alla legittimità della procedura della quale si contesta la sussistenza dei requisiti formali, incluso quello numerico, e sostanziali. I licenziamenti che ne scaturiranno verranno anch'essi contestati con forza in tutte le sedi”.
I sindacati, in conclusione, rilevano che i lavoratori, tutti con contratto a tempo indeterminato, hanno “un’età media vicino ai 50 anni, con famiglie a carico: ciò significa che saranno difficilmente ricollocabili e con molte probabilità destinati a un futuro povero”.
Le motivazioni dell’azienda
La comunicazione degli esuberi da parte della Abbate Ipermercati risale all’11 maggio scorso. La società è subentrata nella gestione dell'ipermercato nel giugno 2023, dopo un’operazione di affitto di ramo d'azienda dal gruppo Auchan-Conad. L’esercizio ha subito negli anni diversi interventi di ristrutturazione e risanamento.
Nel settembre 2020, il trasferimento del ramo d'azienda dell'originario ipermercato Auchan da Margherita Distribuzione a Italica Retail e poi a Pianeta Cospea (entrambe della rete Conad), con l'obiettivo di rilanciare l'attività del punto vendita che nella gestione ex-Auchan versava in una situazione di crisi.
La Abbate Ipermercati precisa “di aver tentato una ristrutturazione e anche una revisione degli assortimenti su tutti i reparti, al fine di migliorare e diversificare l'offerta, con una maggior valorizzazione dei prodotti locali e con promozioni. E di avere rivisto l’organizzazione del lavoro in un'ottica di miglioramento dell'assistenza alla clientela, di modulazione dei turni in ragione dei picchi di affluenza”.
Ma niente da fare. Nel secondo semestre 2023 la perdita è stata - secondo i numeri forniti ai sindacati - di 900 milioni di euro, “del tutto insostenibile per la società” e comunque in peggioramento rispetto agli anni precedenti. Il costo del personale 2023 si sarebbe assestato al 16,8%, valore ritenuto “fuori da ogni parametro di mercato”, visto che nel settore della grande distribuzione viene ritenuta fisiologica un'incidenza del costo del lavoro non superiore al 12-13%. Per il 2024 la società ha già calcolato un'incidenza del 21%.