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Per Alexander Teutsch, ricercatore dell’Università di Vienna, è stato importante avere in cattedra Jean-René Bilongo della Flai-Cgil Nazionale per parlare a studenti e professori dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Il corso su migrazioni e tratta (‘Course on Migration and Human Trafficking’) della Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo austriaco, diretto dall’accademica Lena Foljanty, si è sviluppato con dodici incontri, relatori arrivati da diversi paesi, rappresentanti di associazioni, politici, esperti per affrontare nelle sue sfaccettature un tema complesso e quanto mai attuale, che richiede risposte urgenti. Si è parlato di modelli di sviluppo, di esclusione e inclusione, delle moderne forme di schiavitù. Problematiche che, solo per fare un esempio, si riproporranno con forza in occasione dei vicini mondiali in Qatar. Gli accordi fra Stati in tema di diritto di asilo sono stati naturalmente al centro delle giornate di studio.
Bilongo è intervenuto anche come Presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto, che pubblica ogni due anni il “Rapporto agromafie e caporalato”, che fotografa quelle insidie che deturpano il lavoro nel settore primario. Quello dell’Università di Vienna è stato un invito assai gradito dalla Flai- Cgil, il riconoscimento dell’impegno che ha messo in campo da anni contro lo sfruttamento e del caporalato, autentiche piaghe che danneggiano le lavoratrici e i lavoratori, ma determinano anche condizioni di malsana concorrenza con le aziende rispettose del contratto.
La narrazione che considera il caporalato un fenomeno non più attuale, oppure relegato solo al Meridione d’Italia è stata smentita e smontata tassello dopo tassello dalla Flai-Cgil. I dati del lavoro sfruttato nel settore primario, e non solo, sono impietosi, raccontano di come ci sia tanto da fare per aiutare i molti, troppi che non hanno la possibilità di difendersi, immigrati ma anche italiani che finiscono nelle mani di caporali senza scrupoli per fare giornata. Così nella Facoltà di Giurisprudenza di Vienna si è parlato anche della legge 199 del 2016, fortemente voluta dal sindacato proprio per offrire uno strumento incisivo di lotta contro lo sfruttamento del lavoro. Nel corso delle lezioni studenti e professori prendono appunti, fanno domande, iniziano a comprendere realtà di cui sapevano poco e niente. Al carattere divulgativo delle lezioni si è aggiunta la forte denuncia dello sfruttamento, in un orizzonte che colloca il lavoro dignitoso all’ottavo posto tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.