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Lazio, anno 2022. Nel primo trimestre le denunce di infortunio sul lavoro salgono del 74% (78% a Roma), passando da circa 8mila a oltre 15mila. Roma, 29 settembre 2021. Un operaio edile di 47 anni, Fabrizio Pietropaoli, muore sul lavoro nel cantiere delle torri di Viale America, quartiere Eur, precipitando da un’altezza di 11 piani. Svolgeva operazioni sul saliscendi quando l’apparecchio ha ceduto di schianto. Roma, 27 aprile 2022. Un operaio di 37 anni, Fabio Pallotti, muore sul lavoro alla Farnesina, il ministero degli Esteri. Il suo corpo resta schiacciato all’interno di un vano ascensore. Per 13 ore risulta scomparso, poi il ritrovamento del cadavere. Il 28 aprile, di prima mattina, mentre alla Farnesina, due passi dallo Stadio Olimpico, avviene il ritrovamento del corpo di Fabio Pallotti, a pochi chilometri di distanza, al civico 3 di Via Toscana, a un passo dal cuore di Roma, tra villa Borghese e via Veneto, un altro operaio edile, Bernardino Passacantili, di 61 anni, muore cadendo da un’impalcatura. Lascia orfani di padre due figli e senza il nonno quattro nipoti.
Bernardino aveva la stessa età di Piero Perruzza, un operaio edile che, pochi giorni prima di Natale, si era schiantato da un'altezza pari a quella di un settimo piano mentre stava lavorando al rifacimento della facciata di un edificio religioso. Anche stavolta teatro dell’infortunio mortale è nel cuore pulsante della Capitale, a via Merulana.
Sono questi alcuni numeri e alcune storie di una realtà che a Roma, nel Lazio (dove i dati denunciano una condizione peggiore rispetto alla media del Paese) e, più in generale, in Italia è sempre più difficile da comprendere, spiegare o giustificare. È sempre più urgente – grido disperato e spesso inascoltato che si alza dai sindacati e dalla Cgil in particolare – “fermare questa strage”, garantire a lavoratrici e lavoratori di tornare a casa sani e salvi alla fine di una giornata di lavoro.
La legge regionale approvata nel Lazio
È soprattutto per questo che oggi il sindacato, nel territorio di Roma e Lazio, può salutare come un deciso passo avanti l’approvazione di una legge regionale che promuove la salute e la sicurezza sul lavoro. Un obiettivo inseguito per tre anni da Cgil Cisl e Uil. “Nel dicembre del 2019, prima ancora dello scoppio della pandemia – ci racconta Roberto Iovino, della segreteria Cgil Roma Lazio – presentammo una piattaforma unitaria che avevo lo scopo di rafforzare il ruolo della istituzione regionale nel campo della salute e della sicurezza. Fu l’inizio di un percorso che portò alla firma di importanti protocolli in tema di lavoro di qualità in agricoltura, in edilizia e riguardo ai servizi ispettivi, e in tema di coordinamento dei servizi ispettivi – quest’ultimo con grande anticipo rispetto alla legislazione nazionale –. Una serie di tappe che ci ha permesso di ottenere un rafforzamento della legge regionale, in un territorio che ha visto, soprattutto a Roma, un’escalation di vittime sul lavoro, con numeri al di sopra della media nazionale. In particolare nel settore edile, nell’agricoltura e in altri settori”.
Lo ripetono spesso i sindacalisti quando analizzano la questione della sicurezza. In Italia le leggi esistono ed è importante il principio di puntare sulla prevenzione e sulla formazione, “ma è essenziale incentivare un meccanismo di vigilanza che sia veramente efficace. I tagli cui abbiamo assistito, negli ultimi vent’anni, a settori quali la sanità e la pubblica amministrazione, hanno provocato una drastica riduzione degli organismi dedicati a salute e sicurezza. In questo – sottolinea Iovino – sono molto importanti i passi compiuti dalla legge regionale che stabilisce investimenti sul tema, nuove assunzioni, la creazione di task force ispettive nelle quali saranno coinvolte le parti sociali e che potranno intervenire sull’organizzazione del lavoro e sulla struttura delle imprese.
La giungla degli appalti
Resta lo sgomento nello scorrere i dati e le storie che fotografano ciò che accade ogni giorno a Roma, nella Capitale dello Stato, nella città che ospita i palazzi della politica. Leggere quanti operai muoiono nei cantieri, quanto la lunga catena del lavoro carichi sugli ultimi anelli, quelli più deboli dell’appalto e del subappalto, il peso del rischio. Lì dove il lavoro è più precario, dove si cede al ricatto tra denuncia o legittima pretesa del rispetto delle norme e bisogno di lavorare.
“A Roma i settori più pericolosi sono quelli in cui proliferano gli appalti e i subappalti. E in questo la legge, sulla carta, fa un importante passo avanti. Ma essendo una legge regionale dobbiamo controllare che sia applicata. Per questo abbiamo costruito con il coordinamento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, gli rls, un monitoraggio chiaro, sia sulla vigilanza, sia sulla premialità dei sistemi di gestione che riguardano salute e sicurezza e che siano espressione della contrattazione con delegati e sindacati”.
Un colpo alla Regione e un colpo al Comune
Il sindacato non si accontenta. E parallelamente alla legge regionale appena portata a casa, ha attivato un tavolo con il Prefetto di Roma. “Stiamo per firmare – ci racconta Roberto Iovino - un protocollo per la salute e la sicurezza per la città con l’assessore Claudia Pratelli e il prefetto stesso, che concentri i suoi effetti prima di tutto sul settore edile. La legge con la Regione, il tavolo con il Comune e la Prefettura, tutto ciò si tiene insieme e dispiega i suoi effetti di pari passo. Noi abbiamo una legislazione ottima, sia nazionale che regionale, il problema – ci ripete Iovino, sottolineando che è proprio questo il nodo focale della questione – è che il rispetto delle norme deve essere vigilato. Le aziende che trasgrediscono devono essere sanzionate. Se passa la logica dell’impunità, se si dà per certo che nessuno controlli, se tagli, come è successo negli ultimi venti anni, gli stanziamenti che servono a far vivere e a rendere efficaci gli organi ispettivi, allora tutto diventa inutile. E il sistema di sanzioni deve essere duro. Devi prevedere la sospensione dell’attività laddove venga violata la normativa su salute e sicurezza. Devi essere interdetto dalla partecipazione alle gare per un appalto pubblico se negli ultimi 5 anni hai violato la normativa su salute e sicurezza. Devi fare le ispezioni e incrociare le banche dati”.
Ma come si spiega l’aumento del 76% nelle denunce di infortuni sul lavoro tra gennaio e marzo di quest’anno, rispetto al 2021? “Il tema – risponde con amarezza il dirigente della Cgil Roma e Lazio – è che la sbornia della ripresa ha portato molte piccole e medie imprese, molte attività a fare di tutto, nell’organizzazione del lavoro, per restare a galla, per non perdere il treno dopo la crisi economica ingenerata dalla crisi sanitaria. Anche per questo nella legge si parla di prevedere un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza in ogni azienda, anche sotto i 15 dipendenti. Quella figura, l’rls, non cambierà il mondo, ma può dare un segnale potente, può rappresentare una svolta culturale e mettere pressione agli imprenditori. Più aumenta l’attenzione, più aumentano le figure che operano nel campo della salute e della sicurezza, più chi vorrebbe evadere la normativa avrà il timore di incorrere in una denuncia o in un controllo”.