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Un mese di cassa integrazione dal 4 al 30 marzo per i lavoratori di Mirafiori. Questa la comunicazione di Stellantis fatta nella mattinata di lunedì 5 febbraio ai sindacati. La cassa interesserà i 2.260 addetti delle linee della 500 Bev e della Maserati che continueranno a lavorare su un turno unico o “comandato”.
La cassa si aggiunge a quella già chiesta sempre per Mirafiori dal 12 febbraio fino al 4 marzo. Complessivamente, dunque, la cassa integrazione durerà 50 giorni, quasi due mesi. Gli addetti coinvolti, in particolare, sono 1.251 della linea 500 Bev e 1009 della linea Maserati.
La posizione della Fiom Cgil
“La nuova richiesta di cassa integrazione è una sciagura”, commenta il segretario torinese Edi Lazzi: “Dopo il mese di fermo produttivo a cavallo dell'anno, adesso siamo allo stop dal 12 febbraio al 4 marzo. Sono ben sette settimane consecutive in cui le lavoratrici e i lavoratori perderanno parte del loro già magro salario”.
Per lo stabilimento nel suo insieme “è un segnale devastante, anche alla luce delle voci che stanno girando sull'eventualità di una fusione con la Renault, che metterebbe ulteriormente in difficoltà la tenuta dei siti produttivi italiani”.
Così conclude Lazzi: “Il segretario generale Fiom De Palma ha già chiesto a Giorgia Meloni un incontro la scorsa settimana, adesso con questa ennesima batosta la premier deve incontrarci nel più breve tempo possibile. Ogni giorno che passa è sempre peggio: altro che made in Italy, qua siamo al destroy Italy”.
Sulla situazione interviene anche Gianni Mannori, responsabile Fiom per Mirafiori. “È evidente a tutti – spiega l’esponente sindacale – che se non saranno assegnate nuove produzioni a Mirafiori la situazione continuerà a peggiorare drammaticamente. Chi ne farà le spese saranno le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento e dell'indotto, ma le ricadute impoveriranno l'intero territorio torinese. È necessario un sussulto di orgoglio da parte di tutte le parti coinvolte, a partire dalle istituzioni locali e nazionali”.