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Lasciati a casa dopo tre anni di collaborazione. 400 professionisti precari dei beni culturali sono rimasti senza occupazione alla fine dell’anno e domani, 8 gennaio, si mobilitano mettendo in atto un sit-in sotto al ministero della Cultura a Roma, organizzato da Nidil Cgil e Uiltemp nazionali.
“Queste figure altamente specializzate sono impiegate dal Ministero a partire dal 2021 con contratti di collaborazione per sopperire alla carenza cronica di personale e hanno contribuito significativamente alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano - denunciano i sindacati in una nota -. Nonostante l'investimento nella loro formazione e l'esperienza maturata, si trovano ora privati di una continuità lavorativa indispensabile sia per loro stessi che per il settore culturale nazionale”.
Nidil e Uiltemp hanno inviato numerose lettere al Ministero e ai parlamentari delle commissioni cultura di Camera e Senato, evidenziando l'urgenza di affrontare la questione. "È inaccettabile che professionisti su cui lo Stato ha investito vengano abbandonati, lasciando scoperti ruoli fondamentali per la salvaguardia dei nostri beni culturali – afferma Roberta Turi, della segreteria nazionale Nidil Cgil –. Chiediamo al ministro della Cultura Alessandro Giuli di mantenere gli impegni presi e garantire la continuità lavorativa a queste risorse preziose".
La protesta di domani rappresenta un appello affinché le istituzioni intervengano per risolvere una situazione che mette a rischio il futuro di 400 lavoratori, tra cui archeologi, storici dell’arte, architetti, bibliotecari.
"Il ministro Giuli ha più volte sottolineato l'importanza delle risorse umane nel dicastero, inclusi i collaboratori a partita Iva – dice Gianvincenzo Benito Petrassi, della segreteria nazionale Uiltemp -. Se queste risorse sono davvero considerate fondamentali, è necessario assicurare loro stabilità e riconoscimento, evitando prese in giro e promesse non mantenute".