Partiranno circa 30 pullman dalla Basilicata per un totale di oltre 1.500 persone tra lavoratori, giovani, pensionati e cittadini che scenderanno in piazza a Roma sabato 9 febbraio per la mobilitazione unitaria nazionale #FuturoAlLavoro indetta da Cgil, Cisl e Uil a sostegno della piattaforma con la quale le tre confederazioni avanzano le loro proposte e chiedono al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte da prendere per il Paese.
Per il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, “la legge di bilancio non dà risposte adeguate alla situazione del Paese, specialmente al Mezzogiorno. Una manovra insufficiente e recessiva perché taglia gli investimenti produttivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Non diminuisce la pressione fiscale sul reddito da lavoro dipendente e da pensione, rinunciando così ad agire sulla domanda interna. Non favorisce la creazione di lavoro stabile nè la coesione del Paese, non rafforzando le infrastrutture sociali e riducendo le risorse per il Mezzogiorno. Si nega così al Paese una prospettiva di rilancio economico e sociale. Al netto di questo, trovo però assai pericoloso utilizzare i limiti che il Mezzogiorno ha avuto, per avviare un processo disgregativo di 'secessione' regionale per fasce di reddito. Scelta che priverebbe il sud del proprio futuro. Ma che non terrebbe conto di un altro dato evidente a chi ha voglia di guardare le cose con senso di realtà: se non riparte il Sud, non riparte l’Italia. Ecco perché, e lo dico senza alcuna retorica, penso che il futuro dell’Italia intera, e non solo del Mezzogiorno, dipenderà da come sarà realizzato il processo di federalismo delle tre regioni più ricche d’Italia”.
“L’unica strada in grado di offrire un futuro - continua Summa - è quella che rimette al centro l’idea di un federalismo solidale, partendo dalla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per tutti gli italiani, così come previsto dalla Costituzione. Stiamo da tempo pagando un prezzo altissimo in termini di perdita di occupazione e carenza di servizi. Stiamo subendo soprattutto un declino pubblico istituzionale che mette a rischio la stessa tenuta democratica e sociale. L’elemento che è mancato, e che continua a mancare, è la leva pubblica”.
Per queste ragioni la manifestazione del 9 febbraio assume una forte valenza, “un’occasione per parlare a un Mezzogiorno smarrito. Un Mezzogiorno tenuto in ostaggio da una classe dirigente e politica che si è mostrata, e continua a mostrarsi, non all’altezza delle proprie responsabilità e del proprio compito. Priva di visione progettuale. Senza più valori di riferimento. Una classe dirigente e politica che, trasversalmente, annaspa in una drammatica deriva etica”.
Summa si sofferma inoltre sulla notizia della visita del premier Giuseppe Conte a Potenza lunedì11 febbraio. “Come Renzi – dice – il premier arriva in Basilicata e sceglie i sui interlocutori, dimenticando i lucani. Come Renzi nel 2015 scelse di andare alla Fca di Melfi, riconoscendo un diritto di prelazione all’industria ma non ai lucani, a distanza di quattro anni, e con un nuovo governo, ci ritroviamo di fronte alla medesima fotografia. Il premier Conte sceglie di incontrare i soli sindaci dei 131 Comuni per illustrare gli investimenti stanziati per la Basilicata e le modalità di accedervi. Una scelta che dimostra poco rispetto per le istituzioni nel loro complesso, per le parti sociali e più in generale per i lucani. Dopo aver completamente trascurato nella legge di stabilità e nelle misure varate fino a oggi risposte strutturali e di sistema per lo sviluppo del Paese e per il futuro del lavoro, e dimenticato politiche sociali, fiscali e previdenziali tralasciando completamente il Mezzogiorno – dichiara Summa – non si comprende fino in fondo di quali investimenti venga a parlare il premier nè è dato saperlo, visto che gli interlocutori sono stati individuati escludendo le parti sociali”.