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Domenica sarà 28 aprile, la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Uno dei temi principali della mobilitazione messa in campo dalla Cgil insieme alla Uil. Più attenzione e risorse alla salute e alla sicurezza sul lavoro sono stati rivendicati anche sabato scorso, 20 aprile, in piazza a Roma. Su questo tema è stato proclamato lo sciopero dello scorso 11 aprile, appena due giorni dopo che l’esplosione alla centrale idroelettrica dell’Enel nel bolognese aveva causato la morte di 7 lavoratori. In un anno funestato dalle stragi di Brandizzo, 5 operai morti dopo essere stati investiti da un treno sulle rotaie della linea Torino Milano nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, e di Firenze, 5 operai morti lo scorso 16 febbraio nel crollo di un cantiere nel quale si stava costruendo un supermercato della Esselunga.
Stragi collettive che finiscono sulle prime pagine dei giornali. Come non succede alle singole vittime sul lavoro che ogni giorno ci troviamo a raccontare.
Sara Palazzoli, Inca: “Quadro Inail 2024 drammatico. Si lavora in luoghi non sicuri, insalubri, e non c’è formazione adeguata”
“Oggi più che mai bisogna alzare il livello di attenzione. I dati forniti dall’Inail per i primi mesi del 2024 disegnano un quadro drammatico – ci ha detto Sara Palazzoli del collegio di presidenza dell’Inca Cgil –. Aumentano i morti, gli infortuni e le malattie professionali. Si lavora in luoghi non sicuri, insalubri, a contatto con sostanze tossiche e non c’è formazione adeguata”.
“Il nostro impegno costante, l’impegno costante della Cgil e dell’Inca – dichiara Sara Palazzoli – è quello di mettere al centro il tema della salute e della sicurezza sul lavoro, al fine di attivare un percorso di tutela che garantisca il riconoscimento dei danni da lavoro di cui sono vittime molte lavoratrici e molti lavoratori. È importante ribadire che la sicurezza deve essere una priorità e che noi come patronato, insieme alla Cgil, mettiamo in campo tutte le attività necessarie a difendere i diritti delle persone che purtroppo ai giorni nostri ancora muoiono, si infortunano o si ammalano lavorando”.
Sebastiano Calleri, Cgil: “Grazie ai nostri delegati, rls e rlst, per l’impegno nei luoghi di lavoro affinché emergano gli infortuni e le malattie professionali”
"Per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori e per il movimento sindacale di tutto il mondo – ci spiega Sebastiano Calleri, responsabile Salute e sicurezza Cgil nazionale – il 28 aprile è la data in cui si ricordano le lavoratrici e i lavoratori che, a causa del loro lavoro, sono deceduti o si sono ammalati o hanno subito conseguenze gravissime sulla propria vita a causa. Ma quest’anno, in particolare in Italia, questa data assume una valenza ancor più importante perché tra i vari argomenti della mobilitazione di Cgil e Uil c’è anche quello della sicurezza sul lavoro”.
“Per parlare di questi temi e del 28 aprile vogliamo sottolineare il grande impegno che i nostri delegati, rls e rlst, ci mettono, all’interno dei luoghi di lavoro, perché emergano gli infortuni e le malattie professionali, perché vengano denunciati e le vittime ottengano il giusto risarcimento”.
“Un lavoro capillare da evidenziare sempre perché non è scontato – dichiara Sebastiano Calleri –. In questo senso Cgil e Inca vogliono essere un riferimento fattivo e positivo per tutte le persone che lavorano. In Italia solo il 30% delle malattie professionali viene riconosciuta, per questo è necessario aumentare il lavoro di rappresentanza individuale e collettiva e collegarlo con il lavoro di difesa individuale e di ottenimento dei risarcimenti che l’Inca fa ogni giorno fianco a fianco con la Cgil”.