Con l'interpellanza parlamentare del partito di maggioranza alla ministra del Lavoro Calderone "è stato realizzato un atto politico contro la Cgil e il suo segretario. Un fatto gravissimo e mai avvenuto prima". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa nella sede di Corso d'Italia. "L'interpellanza in soli due giorni ha risposto che bisogna vigilare sulla Cgil - prosegue -, ovvero un'organizzazione democratica con più di cinque milioni di iscritti, senza niente da nascondere. Vogliamo rovesciare il concetto: siamo noi che vigileremo sul governo".

Il governo "ha paura di chi non è d'accordo e ha un'altra opinione", ha detto, ricordato la manifestazione nazionale di sabato 7 ottobre a Roma, dal titolo "La Via Maestra". Si è trattato di "un vero e proprio attacco a un'organizzazione sindacale, mentre i problemi del Paese sono altri e non certo la Cgil. I processi sommari - ha aggiunto - non funzionano e nemmeno le interpellanze fatte a uso e consumo dal partito di maggioranza per spostare l'attenzione dai problemi veri del Paese".

Tra i problemi citati dal segretario, ci sono i 559 morti sul lavoro nei primi sette mesi dell'anno, con una media di 80 decessi mensili; i 4 milioni di italiani che hanno rinunciato a prestazioni sanitarie ritenute necessarie; le 800 mila persone in condizione di bisogno che percepivano il reddito di cittadinanza; gli 8 milioni di lavoratori del settore privato in attesa del rinnovo del contratto e i 3,365 milioni del pubblico; il milione di occupati che lavora solo da 1 a 11 ore settimanali; il milione e 670 mila giovani che non studiano e non lavorano.

Maurizio Landini si è poi soffermato sulla riorganizzazione della comunicazione, con la nascita della società Futura. "Non abbiamo nulla da nascondere e per questo diciamo le cose come stanno. Da tre società precedenti è stata creata la società Futura, che ha portato una razionalizzazione e un adeguamento ai nuovi bisogni, come quelli tecnologici. Si tratta di una società di proprietà interamente del sindacato, con denaro del sindacato investito dentro il sindacato. Non c'entrano niente Gianni Prandi e la sua società, che lavorano per la Cgil da quattro anni a titolo totalmente gratuito", ha aggiunto il segretario.

Un passaggio anche sulla soppressione del ruolo dell'ex portavoce Massimo Gibelli. La funzione è stata eliminata e "non c'entra nulla col Jobs Act". Nella riorganizzazione "come segreteria abbiamo ritenuto che il ruolo del portavoce non fosse più necessario e quindi di arrivare alla soppressione della funzione. Lo abbiamo fatto rispettando le leggi e il contratto dei giornalisti".