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“Al termine di un negoziato complesso è stato sottoscritto il contratto collettivo nazionale di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ente Nazionale Risi, ente pubblico economico che svolge attività per la tutela di tutto il settore risicolo. Il ccnl era scaduto il 31 dicembre 2018. Il Tavolo negoziale, non senza difficoltà, ha raggiunto una ipotesi di accordo in grado di rispondere favorevolmente alle aspettative del personale, nel rispetto del modello contrattuale attualmente vigente e finora preso a riferimento in Enr e tra le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni sindacali”. Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“Tale soluzione – si legge – ha consentito alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Enr di vedersi finalmente rinnovato il contratto sulla parte economica e normativa, sviluppando incrementi a regime pari a circa 112 euro/mese. Gli arretrati verranno erogati con la mensilità di ottobre 2023. Si sono realizzate le condizioni per la sottoscrizione di una intesa ‘economica’ per l’anno 2019; relativamente alla vigenza triennale 2020/2022 sono stati riconosciuti con le decorrenze economiche 1.1.2020, 1.1.2021 e 1.1.2022 incrementi dei tabellari pari rispettivamente all’1, l’1,1 e il 5 per cento".
Il rinnovo 2020-2022 "vede l’introduzione di alcuni istituti contrattuali quali, ad esempio, le modalità di lavoro a distanza (come previsione contrattuale, da sviluppare attraverso il confronto sindacale), i congedi destinati alle donne vittime di violenze, i permessi studio retribuiti per corsi universitari e post universitari, le ferie solidali e la possibilità di contrattare a livello di sede modifiche orarie per eventi climatici”, conclude Fp Cgil.