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Una contabilità in costante aggiornamento fa registrare anche in pieno agosto tre morti sul lavoro. La prima vittima si chiamava Alberto Fontanelli, 44 anni, di Pontedera (Pisa), sposato con figli. L'incidente è avvenuto alle 15.45 di mercoledì 9 agosto: nonostante il fermo delle attività per la pausa estiva, due operai che stavano lavorando alla manutenzione delle vasche di deposito dei fanghi conciari nel Consorzio Aquarno di Santa Croce sull'Arno (Pisa) sono precipitati da un'altezza di alcuni metri. Fontanelli è morto sul colpo, mentre il secondo lavoratore è rimasto ferito gravemente.
Stamani (giovedì 10 agosto) davanti ai cancelli dello stabilimento si è tenuto un presidio con la Cgil per esprimere cordoglio e protestare contro la mancanza di sicurezza. “Quello che è successo è inaccettabile", commenta il dipartimento Moda Filctem Cgil nazionale: "Le autorità e la magistratura faranno il loro corso individuando le cause e le responsabilità, ma non possiamo più tollerare tutto questo. Occorre un nuovo paradigma, dobbiamo lavorare per vivere e non per morire. La sicurezza sui luoghi di lavoro è data da moltissimi fattori, in primis dal rispetto delle normative e dei protocolli, ma è strettamente legata anche ai ritmi di lavoro, allo stress psicofisico cui sono sottoposti i lavoratori, alla competizione crescente figlia di un neoliberismo che pone al centro del suo sistema esclusivamente il profitto”.
La seconda vittima è Giancarlo Carulli, responsabile degli operai del Comune di Francavilla al Mare (Chieti). Cinque giorni fa, nonostante avesse già compiuto 64 anni, era in un cestello sopraelevato cercando di riparare un cavo dell'illuminazione pubblica danneggiato dalla pioggia. Durante le attività di ripristino qualcosa non ha funzionato e il dipendente comunale ha riportato ustioni di secondo grado nel 90% per cento del corpo. Ha resistito cinque giorni nel Centro grandi ustionati dell’Ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove è deceduto questa notte.
La terza morte sul lavoro risale alle ore alle 13.15 di oggi. A Castelnuovo del Garda (Verona) una chiamata al 118 avvisava che un operaio era precipitato da un'altezza di oltre dieci metri. Difficile identificare la vittima: è un uomo di mezza età, probabilmente di origine indiana, caduto mentre stava salendo su una scala per riparare il tetto di un capannone. L'azienda tessile in cui si è verificato l’incidente produce cerniere lampo ed è proprietà di cinesi che pare non fossero presenti al momento della tragedia. Sono in corso indagini sia delle forze dell’ordine sia degli ispettori dello Spresal per accertare la dinamica dell’accaduto. Un accertamento reso ancora più difficile dal fatto che i colleghi della vittima presenti al momento dell’incidente sono indiani, con difficoltà a comprendere ed esprimersi in italiano.