“Basta morire di lavoro”. È stato questo lo slogan della manifestazione che si è tenuta martedì 8 agosto a Viterbo, in memoria di Naceur Messaoudi, il lavoratore tunisino di 57 anni morto il 25 luglio a Montalto di Castro mentre stava raccogliendo angurie sotto il sole cocente. L’appuntamento, organizzato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, si è tenuto alle 17.30 in piazza della Repubblica.

“Basta perdere la vita per lavorare a 40 gradi all’ombra. Dobbiamo ribellarci a una condizione lavorativa che non è più tollerabile”: tanti i lavoratori presenti in piazza contro le “morti da sfruttamento”, tanti gli interventi dei braccianti agricoli che chiedono ripari per il sole e giusti salari, lotta al caporalato e tutele sindacali, alloggi dignitosi e rispetto delle norme di sicurezza.

“Naceur è morto di fatica, non è stato un incidente”, dice il segretario Flai Cgil Viterbo Marco Nati, ricordando che il bracciante “lascia una famiglia, mentre avrebbe potuto essere soccorso e salvato. Non è possibile lavorare 12, 13, 14 ore al giorno con il caldo, sottopagati e senza che sia applicato il contratto di lavoro. Oggi ricordiamo non solo Nasser, ma tutte le vite che si perdono nei campi. Queste stragi sul lavoro non devono succedere più”.