Il comparto delle pentole attraversa un momento molto difficile. Se nel periodo del lockdown le persone erano costrette in casa, e quindi cucinavano di più, adesso si è tornati alla normalità. La domanda di utensili, dunque, è scesa vertiginosamente. A questo vanno aggiunti l’impennata dell’inflazione e la stagnazione dei salari, che di certo non spingono le famiglie agli acquisti.

Da qui la richiesta della Ballarini Zwilling di Rivarolo Mantovano (Mantova) di aprire una procedura di licenziamento collettivo. La storica impresa del settore ha comunicato la decisione ai sindacati lunedì 5 giugno, mentre mercoledì 7 si è tenuta un’assemblea con i 237 lavoratori (359 se contiamo anche gli addetti alla vendita in tutta Italia).

L’azienda ha ben 134 anni: nasce infatti nel 1889 come laboratorio di costruzione di gabbie per uccelli, per poi passare rapidamente ai prodotti per la cucina in lamiera e specializzarsi nel tempo nel comparto delle pentole antiaderenti. Nel 2015 viene acquisita dal gruppo tedesco Zwilling, nato addirittura nel 1731 come produttore di coltelli.

Gli esuberi

“Nessuno verrà licenziato contro la propria volontà”, spiega la Fiom Cgil Mantova: “Con la proprietà è stato raggiunto un accordo per gestire gli esuberi mediante esodi incentivati volontari”. Le uscite dovrebbero riguardare 38 lavoratori in produzione e 12 impiegati.

Secondo azienda e sindacati, sono circa 20 i dipendenti intenzionati per ora ad aderire: si tratterebbe in maggioranza di lavoratori ormai vicini al pensionamento, che potrebbero avvalersi di quest’opzione per accedere intanto alla Naspi (ossia l’indennità di disoccupazione) in attesa di andare definitivamente a riposo.

Attualmente i lavoratori della Ballarini Zwilling sono in cassa integrazione straordinaria (iniziata nel febbraio scorso) fino ad agosto, con la produzione ferma per due giorni a settimana. “Gli incentivi all'esodo – conclude la Fiom – saranno quantificati a breve, ovviamente potranno accedervi anche i dipendenti più giovani”.