Grande riuscita dello sciopero dei lavoratori e lavoratrici delle telecomunicazioni, con punte dell'80% in tutta Italia. Da piazza Santi Apostoli a Roma, dove hanno manifestato, abbiamo raccolto le loro voci in un video.
"L’immagine del disastro: aziende che trascorrono le giornate a ridurre i perimetri occupazionali e a far scempio di diritti e salari". Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, riassume così lo scenario odierno delle telecomunicazioni in Italia, in occasione del primo sciopero nazionale dell’intero settore, dunque trasversale ai comparti rete, telco e customer. Migliaia di lavoratrici e lavoratori di tutta la penisola sono scesi in piazza nella capitale, con lo slogan “Riprendiamoci il futuro”. Perché "se questo settore riguadagna il futuro, a farlo al contempo è l’intero Paese", precisa Saccone dal palco.
"Una volta le telecomunicazioni erano sinonimo di modernità, invece oggi il settore è stato sfruttato dalla finanza che – continua il segretario – ha trattato le nostre aziende come dei bancomat, ossia luoghi da depredare".
In chiusura un messaggio al governo: "Diciamo a questo esecutivo, come a tutti quelli che si sono succeduti fino a oggi: dobbiamo ripartire dal lavoro. Separare le reti dai servizi porterà le nostre aziende a diventare dei semplici empori. E l’Italia a perseverare nella condizione di diseguaglianza da cui sarebbe dovuta uscire con la crisi pandemica", cioè quando migliaia di persone sono state costrette in cassa integrazione perché – in assenza di una banda ultralarga – non erano in grado di svolgere la loro attività da remoto. "Questa arretratezza il nostro Paese non se la può più permettere", conclude Saccone.
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