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“I dati diffusi quest’oggi dall’Istat confermano alcune tendenze in atto nel mercato del lavoro del nostro Paese come la crescita, in termini assoluti, dell’occupazione, ma se esaminati attentamente emergono aspetti sulla qualità del lavoro che non possono essere sottovalutati, anzi ci indicano l’urgenza di rimuovere le diffuse condizioni di precarietà”. Così la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli commenta le rilevazioni su occupati e disoccupati relative al mese di aprile 2023.
La dirigente sindacale si sofferma quindi sulla dimensione qualitativa dell’occupazione italiana e afferma: “Se da un lato è positiva la crescita degli occupati, dall'altro non possiamo che evidenziare il differenziale sul tasso di occupazione (15-64 anni) rispetto alla media dei Paesi europei: l'Italia si attesta sul 61%, l'Europa (area euro) al 69,4%. E tale differenziale - sottolinea - si concentra principalmente sulla componente femminile del mercato del lavoro, con l'Italia al 52,3% e l'Europa al 64,8%”.
“Inoltre - prosegue - dalla rilevazione comincia a intravedersi un effetto ‘paradosso’ conseguente al calo demografico che fa registrare un calo degli occupati nella fascia 34-49 anni. Effetto ‘paradosso’ che vede crescere il tasso di occupazione insieme al calo degli occupati conseguente alla riduzione della forza lavoro disponibile”.
“Sempre sul versante qualitativo - aggiunge - non si può non mettere in evidenza la dimensione complessiva del bacino di occupati a termine, quasi tre milioni, corrispondente a oltre il 16% degli occupati dipendenti. Andrebbero poi considerati i contratti di breve e brevissima durata e quelli con un numero basso di ore, il cosiddetto part-time involontario”.
“Il positivo trend di crescita dell'occupazione dovrebbe essere accompagnato da azioni di governo volte a rafforzare le fasce più deboli del mercato del lavoro, così da favorire sia la quantità che la qualità del lavoro. Serve un’azione urgente per contrastare la piaga della precarietà che altera la concorrenza tra le imprese. Per questo sono fondamentali interventi per far fronte al lavoro irregolare e sommerso e invece - conclude Gabrielli - con gli interventi in legge di Bilancio e con il decreto Lavoro, si persegue un’altra strada, estendendo l'utilizzo dei voucher e le possibilità di ricorso al lavoro a termine”.