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Terme, parchi di divertimenti, eventi, congressi e fiere. Sono questi i settori per cui il governo ha ampliato l'uso dei voucher, nel decreto lavoro che pochi giorni fa è arrivato in Gazzetta ufficiale. I termini sono chiari: l'uso dei buoni lavoro sarà ammesso fino a 15.000 euro l'anno di compensi per ogni utilizzatore, in riferimento a tutti i prestatori. Per le altre imprese il tetto di compensi ammessi con contratto di prestazione occasionale è pari a 10.000 euro.
Ma c'è dell'altro. Stando all'articolo 37 del decreto, l'aumento non riguarda solo la retribuzione ma c'è un elevamento della soglia dei lavoratori. Sempre in quegli ambiti, i voucher potranno essere utilizzati da datori che hanno fino a 25 dipendenti assunti a tempo indeterminato, invece dei 10 previsti per le altre imprese. Insomma, il favore agli utilizzatori è doppio. Non si tratta di un generico ritorno dei buoni, già in sé nefasto, ma si allarga proprio l'utilizzo.
Le cifre dei voucher
I numeri sono importanti: secondo le stime, le aziende dei settori in questione sono 8.909, tra queste 5.729 hanno fino a 25 dipendenti. Ecco chi potrà usare i nuovi voucher. Per capire bene di cosa stiamo parlando, arriva in soccorso l'elaborazione di Unioncamere-Infocamere sui dati del Registro delle imprese e dell'Inps: nel 2022 sono stati 47.509 i lavoratori con pagati con buoni lavoro nelle imprese, a cui bisogna aggiungere i 23.602 retribuiti allo stesso modo nelle famiglie, nell'ambito del "Libretto famiglia" previsto per i piccoli lavori domestici.
Adesso, col decreto lavoro del governo Meloni, il numero aumenterà ancora. Una scelta in controtendenza con l'0perato degli scorsi esecutivi, in particolare col decreto legge 50/2017 che ha disciplinato il contratto di lavoro occasionale. Il testo era riuscito ad arginare il boom del 2016, che aveva portato il popolo dei voucher fino a 1,76 milioni di persone. Ora arriva il passo del gambero, si torna indietro.
La critica al decreto
Da parte sua, la Cgil ha più volte manifestato la netta contrarietà alla misura, che si inserisce nella critica complessiva a un decreto che non risolve i problemi, anzi li aumenta. Nella tappa di mobilitazione unitaria, il 6 maggio a Bologna, il segretario generale Maurizio Landini dal palco ha citato proprio "l'allargamento dei voucher" come uno dei punti più negativi dell'operato del governo, rilanciando ancora una volta la necessità di superare la precarietà "che è ormai dappertutto".
Un forte peggioramento
L'aumento riguarda soprattutto il turismo. Luoghi come parchi di divertimento e terme rientrano infatti in quel settore, che è strategico da sempre, ma soprattutto oggi mentre si avvicina l'estate. La Filcams Cgil ha condannato duramente la misura, chiedendone il ritiro. Il segretario generale Fabrizio Russo, conversando col Fatto Quotidiano, ha detto: "È un provvedimento sbagliato che liberalizza ulteriormente rispetto a quanto era stato già fatto con la legge di bilancio. In un settore che è caratterizzato da lavoro povero, precario e irregolare, l’unica misura che viene adottata dal governo è una conferma ulteriore dei voucher. Per noi è un forte peggioramento in termini di condizioni di lavoro”.
E ancora, non è vero che così si scoraggia il lavoro nero. Al contrario: “È uno strumento di agevolazione di forme di lavoro irregolare. Ne abbiamo avuto la riprova negli anni in cui si è fatto ricorso ai voucher nel nostro settore. Secondo un nostro studio, tra il 2008 e il 2017 sono stati venduti 400 milioni di voucher, dei quali il 20% nel turismo. Il ricorso ai voucher per singolo lavoratore è stato di 60-70 all’anno per un dato salariale medio di 480 euro all’anno”. Una misura inutile e dannosa, dunque, che il sindacato contesta e mette al centro della mobilitazione.