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"Abbiamo scelto di essere qui oggi a Potenza per rimettere al centro l'unità del Paese. Per farlo bisogna ripartire dal lavoro, dalla centralità della persona, mettere in condizioni le persone di vivere dignitosamente attraverso il lavoro che fanno. Citiamo la Costituzione perché con la lotta al nazifascismo e la conquista della libertà il Primo Maggio è tornato ad essere una festa in tutto il Paese". Così ha esordito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di Potenza nel giorno della festa dei lavoratori.
"Proprio per non perdere la memoria - ha aggiunto -, se vogliamo guardare avanti non dobbiamo pensare a cosa succede domani mattina, ma avere un progetto per il futuro dell'Italia e dell'Europa. Oggi questo non sta avvenendo. Mentre l'articolo 1 dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, oggi è una Repubblica fondata sullo sfruttamento e sulla precarietà del lavoro, sul fatto che si può essere poveri anche lavorando. Dobbiamo cambiare la situazione con i principi basilari della Costituzione".
Il leader di Corso d'Italia è tornato quindi sul governo: "Ho trovato irrispettoso verso la festa dei lavoratori fare un Consiglio dei ministri il Primo Maggio. Bisogna mettere al centro i lavoratori e i loro bisogni non un giorno, ma tutto l'anno. Lo diciamo in modo in chiaro, dopo gli scioperi per l'aumento dei salari: il taglio del cuneo contributivo va nella direzione giusta, ma è un provvedimento che dura fino a fine anno, non è strutturale, mentre noi vogliamo risposte serie".
"Abbiamo chiesto - dunque - una vera riforma fiscale che riduca la pressione su lavoratori dipendenti e pensionati. Abbiamo chiesto di tassare gli extra profitti, oggi l'Irpef la pagano lavoratori e pensionati che tengono in piedi l'Italia. Siamo il Paese dell'evasione. Salari e pensioni contribuiscono per il 40% alle entrate mentre le rendite finanziarie pagano il 20%, è un'ingiustizia fondamentale. Qualsiasi reddito deve pagare lo stesso contributo per il fisco".
In questi anni si è tagliata la sanità e la scuola, ha ricordato Landini: "Il fisco serve per garantire gli stessi diritti e le stesse tutele a tutte le persone. C'è una contraddizione: siamo stati chiamati dal governo per il taglio del cuneo contributivo, su cui siamo d'accordo, ma è lo stesso governo che nella delega fiscale va nella direzione opposta, vuole introdurre la flat tax e non colpisce l'evasione".
Se vogliamo dare un futuro al Paese dobbiamo mettere al centro i giovani, ha ribadito: "Lo diciamo all'esecutivo che ha paura degli stranieri e vuole mettere le barriere: sono più i ragazzi che lasciano l'Italia rispetto a quelli che arrivano nel nostro Paese. Come si può dire a un giovane che prenderà 500-600 euro e si trova davanti una precarietà senza fine?", si è chiesto Landini.
"Se non avremo risposte dal governo, siamo pronti a continuare la mobilitazione, finché non avremmo ottenuto risultati - ha concluso il segretario -. Non hanno vinto, non ce la faranno. Viva il Primo Maggio e i lavoratori, viva Cgil, Cisl e Uil, andiamo avanti insieme".
Sempre dal palco del Primo Maggio il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato: "Il governo oggi si occupa di lavoro, peccato che siano passati sei mesi senza che se ne sia occupato. Avevamo perso le tracce dopo i primi due incontri. Percepiamo il tentativo di delegittimare le forze sociali, ma la mobilitazione continua, il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano, il 20 a Napoli".
Per Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, "nelle ultime settimane il filo del dialogo col governo è caduto a terra, deve essere ripreso, rafforzato e reso affidabile. Valuteremo le risposte senza preclusioni, ma anche senza fare sconti. Perché la partita decisiva, per l'Italia e per il mondo del lavoro, è adesso che si gioca".