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La Janssen, azienda del gruppo Johnson&Johnson, leader del mercato farmaceutico, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 57 lavoratori, tra informatori scientifici e personale impiegatizio, dello stabilimento di Cologno Monzese (Milano), che conta circa 600 dipendenti, impiegati in attività commerciali e progetti di ricerca e sviluppo. Specializzata nella produzione di prodotti salvavita, in particolare farmaci antitumorali ed ematici, Janssen ha prodotto in questi ultimi anni anche vaccini contro il Covid.
Per tale motivo, i sindacati di categoria avviano la mobilitazione con uno sciopero di otto ore e un presidio dinanzi allo stabilimento (in via Buonarroti), per giovedì 20 aprile, dalle ore 9 alle 13. La procedura di licenziamento collettivo è stata aperta dall'azienda agli inizi del marzo scorso. Per trovare una soluzione condivisa, sono stati organizzati alcuni incontri in Assolombarda, ma l'ultimo tavolo del 12 aprile ha sancito una distanza incolmabile fra le parti.
“Quella dei licenziamenti è una decisione inaccettabile", sostengono i sindacati: "La Janssen è in salute, visto che lo scorso anno ha fatturato fra 1,2 e 1,3 miliardi. L'apparente ottimo stato dell'azienda e dei conti non ha impedito al gruppo di prendere le forbici per tagliare l'organico. L’azienda sostiene che la presenza di alcune figure non è prevista dalle modifiche organizzative, ma è una scusa che non regge: d'informatori del farmaco ce n'è ancora bisogno, mentre la quota di personale considerato in esubero potrebbe essere tranquillamente ricollocata all’interno”.
“Abbiamo anche chiesto di aprire un ragionamento su eventuali esodi volontari e percorsi di accompagnamento alla pensione, ma l’azienda ha rifiutato", aggiungono le organizzazioni: "La cosa assurda è che vogliono licenziare, ma recentemente hanno assunto 18 giovani e figurano in organico 31 addetti con contratto di somministrazione". Su ingressi e fuoriuscite i conti non tornano: La decisione è imposta a livello internazionale e noi vogliamo tutelare in ogni modo i lavoratori di Cologno Monzese".