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È partito il 17 aprile lo stato di agitazione dei lavoratori della struttura alberghiera Cds Hotels Città del Mare di Terrasini, provincia di Palermo, insieme con una nota di diffida all’azienda. L'azione di lotta è stata indetta da Filcams, Fisascat e Uiltucs per ribadire la loro contrarietà in merito alla decisione “unilaterale” presa dall’azienda di cambiare il contratto collettivo nazionale sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e optare, nel sito di Terrasini, per l’applicazione di un altro contratto, non sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi.
“Confermiamo la nostra più totale opposizione a questa decisione. Tale contratto nazionale non prevede condizioni di maggiore favore ma è nettamente peggiorativo per i lavoratori, penalizzandoli sia dal punto di vista economico che normativo”, dichiarano i segretari generali Filcams, Fisascat e Uiltucs, Giuseppe Aiello, Stefano Spitalieri e Marianna Flauto. I lavoratori stagionali, nei mesi estivi, arrivano a essere 250.
“Si tratta di operatori stagionali contrattualizzati per pochi mesi l'anno, che lavorano anche molte ore al giorno e che spesso non riescono a raggiungere neppure i requisiti per la Naspi – aggiungono Aiello, Spitalieri e Flauto -. A loro Cds ha deciso di togliere parte del salario, colpendo ulteriormente questi lavoratori precari che, pur lavorando, rischiano di cadere in povertà. In questi ultimi anni alcune aziende stanno optando verso contratti peggiorativi che impoveriscono i lavoratori e, al contempo, il Paese”.
I sindacati hanno rappresentato la loro contrarietà in un incontro che si è svolto il 5 aprile. L’11 aprile si è tenuta un’assemblea con le maestranze, al termine della quale è stato indetto lo stato di agitazione. Assieme alla proclamazione dello stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, le sigle sindacali hanno diffidato l’azienda dall’applicazione del nuovo contratto collettivo. Potrebbero, per lo stato di agitazione, non essere quindi assicurati lo svolgimento di prestazioni di lavoro straordinarie diurne e notturne, le prestazioni non riconducibili alle mansioni contrattualmente previste né le sostituzioni. “Ci riserviamo, in assenza di risposta – aggiungono i segretari - di promuovere ogni azione per tutelare i diritti lesi delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché di agire anche nelle competenti sedi giudiziarie”.