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"Sul carrello della spesa si stanno facendo profitti esagerati, perché negli ultimi mesi i costi di produzione sono molto scesi, pensiamo al prezzo del gas, mentre gli aumenti per le famiglie hanno continuato a correre". A denunciarlo è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un'intervista al Corriere della Sera. Intanto, "i salari - evidenzia il leader sindacale - devono aumentare. Dall'inizio di quest'ondata d'inflazione si sente parlare solo del rischio che i rinnovi dei contratti inneschino una spirale prezzi-salari".
Quel che si è visto è diverso: "salari fermi e profitti delle imprese in crescita, che ora non ritirano gli aumenti anche se producono a costi molto minori di sei mesi fa. E investimenti delle imprese comunque deboli. A fronte di imprese che non moderano i rincari diventa indispensabile - rimarca - un contributo straordinario di solidarietà sui profitti".
Salari al palo
Landini ricorda come in Italia il salario in media è tassato al 40%, "mentre la rendita immobiliare al massimo al 21%. E persino la parte più ricca del lavoro autonomo al 15%. Questa come la vogliamo chiamare, follia? E come vogliamo chiamare il fatto che l'ultimo decreto .di rottamazione — l'ennesimo condono — introduce la non punibilità dei reati fiscali anche su importi altissimi? Ancora un invito all'evasione. Intanto i lavoratori e i pensionati continuano a pagare per il sistema sociale di cui usufruiscono anche tutti gli altri. Queste cose ormai ci sembrano normali, ma non lo sono".
Rincari insostenibili
Per il leader della Cgil, "dev'esserci un maggiore controllo su prezzi e tariffe perché c'è un elemento di speculazione. Dei controlli potrebbe occuparsi quello che una volta era il ministero dello Sviluppo economico". Interpellato sulla riduzione da parte del governo dei carichi fiscali per i redditi medio-bassi, si tratta "misure provvisorie", risponde Landini. "E dopo? Ma soprattutto sono misure nettamente insufficienti, di fronte alla perdita di potere d'acquisto degli ultimi due anni. E finanziate tagliando la spesa sociale, cioè fatte pagare ai lavoratori stessi. Cosa ci fa un dipendente di 40 euro al mese in più se per avere una visita medica in tempi accettabili deve pagare 250 euro, a causa dei tagli alla sanità, e intanto l'inflazione gli ha tolto il 12% del potere di acquisto in un anno? Anche per queste ragioni scendiamo in piazza il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli".
Pnrr, ultima chiamata
Sul Pnrr non c'è più tempo da perdere. "Abbiamo assoluto bisogno di realizzare gli investimenti del piano e noi siamo pronti a fare la nostra parte", dice Landini. "Non solo per la crescita del Paese, anche per contribuire a cambiare le politiche di austerità in Europa. Però stiamo rischiando di perdere questa occasione e di danneggiare la nostra credibilità in Europa, continuando ad accettare e incoraggiare l'evasione e mantenendo un fisco distorto a favore della rendita".
Il futuro è green
Tra i temi affrontati nell’intervista anche la sfida green. "Una battaglia condotta male. - sottolinea il segretario generale della Cgil - La tecnologia dominante del futuro è l'elettrico: non serve a niente cercare di allungare i tempi, dobbiamo essere all'avanguardia nei processi. Ma per farlo, dovremmo fare sistema e non sta avvenendo. Penso alle infrastrutture della transizione, alle filiere dell'acciaio, delle batterie, alle competenze per i sistemi operativi digitali delle nuove auto. Penso alla formazione permanente dei lavoratori: dev'essere un diritto ed è nell'interesse delle imprese. I sindacati metalmeccanici e Federmeccanica hanno presentato un documento comune su questi punti, per ora senza nessun ascolto. E il momento di costituire un'agenzia nazionale in grado di indirizzare lo sviluppo".