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Un altro colosso delle telecomunicazioni avvia un piano di esuberi. Dopo Vodafone, Italtel, Tim e Sky Italia, arriva il taglio di 8 mila lavoratori in tutto il mondo (su 102 mila complessivi) di Ericsson. In Italia i licenziamenti saranno circa 150, da realizzare entro l’anno. L’annuncio è arrivato il 5 aprile scorso in un incontro con Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni e Rsu sulla situazione economica del gruppo.
Il contesto economico e finanziario
A motivare la decisione, riferiscono i sindacati, sono “la crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria Covid19, la guerra con conseguente aumento del costo dell’energia, l’emorragia sulle marginalità da parte degli operatori delle telecomunicazioni a fronte di un aumento esponenziale di richiesta di traffico dati”.
Da qui la decisione della multinazionale di “ripensare l’approccio al proprio mercato con un focus sul 5G, cloud ed enterprise per mantenere la leadership supportata dai tre centri di ricerca”.
La contrazione del mercato, illustrano i sindacati, si riflette anche “su aziende che operano, come Ericsson, prevalentemente su commesse e gare in appalto, e in un contesto politico sordo di fronte a un settore che necessità d'ingenti investimenti strutturali, richiedendo notevoli costi per la continua formazione del personale”.
Concludendo l’esame della situazione, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni rilevano che “una non corretta gestione della ‘golden power’ sulla sicurezza delle reti e il mancato ‘share’ dei ricavi con i gestori di contenuti sono temi che, per il mercato delle telecomunicazioni, non sono più differibili".
Gli esuberi
In questo contesto, dunque, l’amministratore delegato ha annunciato una presentazione sul riassetto aziendale, e sulle nuove sfide che proporrà il mercato, che “prevede eccedenze di figure professionali oggi quantificabili in circa 150 unità lavorative, la cui uscita, con modalità dichiarate non traumatiche, dovrà avvenire entro il corrente anno”.
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl telecomunicazioni esprimono “grande preoccupazione per l’ennesima azienda del settore che, a fronte della riduzione dei ricavi, dichiara la propria volontà di avviare iniziative volte al contenimento dei costi, con pesanti impatti sulle lavoratrici e sui lavoratori, seppur con modalità e iniziative non ostili e concordate”.
Per i sindacati “ridurre i costi e tagliare il personale sono vecchie ricette di fronte a nuove sfide che il mercato, soprattutto digitale, propone”. Il settore delle telecomunicazioni, aggiungono, sta attraversando “una profonda crisi sistemica, in un comparto che vive il paradosso di vedere contrarre i ricavi nonostante un aumento esponenziale della domanda di connettività e servizi collegati”.
Le quattro sigle di categoria, in conclusione, pur ribadendo “la piena disponibilità a ricercare ogni soluzione non traumatica per la gestione degli esuberi”, ritengono necessario che “il posizionamento di Ericsson sia ricondotto nell'alveo di una vertenza complessiva di settore al fine di ricercare risposte strutturate a tutela dell'intero perimetro occupazionale”.