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Senza contratto, senza diritti e tutele, unicum in Europa. Questo è ciò che c’è dietro lo “scintillante” mondo dello spettacolo. E da quando si sono moltiplicate le piattaforme Ott dell’entertaiment, da Netflix ad Amazon Prime, ritmi e condizioni di lavoro sono ulteriormente peggiorate.
Il lavoro è dignità
Ma il lavoro deve essere dignità anche per doppiatori, attori e attrici, uomini e donne delle troupe, stuntmen e in generale tutti gli addetti alle industrie del cineaudivisivo. Ecco perché le categorie che rappresentano questi settori, unitariamente, hanno convocato per sabato 4 marzo al Nuovo Cinema Aquila di Roma una Assemblea generale. L’obiettivo è quello del confronto “tutte le categorie professionali del mondo del cinema e della tv, in stato di agitazione a causa dello stallo nelle trattative per i rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl), per decidere le ulteriori azioni da intraprendere”.
Le mobilitazioni in corso
Ad alzare il sipario su condizioni di lavoro non più accettabili era stato, qualche giorno fa, l’attore Pierfrancesco Favino che alla mostra del Cinema di Berlino ha denunciato come l’Italia sia ultima in Europa per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di questo settore. E le mobilitazioni, in realtà, sono già partite. Ricorda una nota della Slc Cgil: “I professionisti del doppiaggio (direttori, assistenti, dialoghisti-adattatori, doppiatori) hanno indetto due settimane consecutive di sciopero – dal 21 febbraio al 7 marzo – per pervenire al rinnovo di un ccnl fermo al 2008 che contempli: l’innalzamento delle retribuzioni, la diminuzione dei ritmi di lavoro (diventati insostenibili con la diffusione delle piattaforme) e lo stop alla cessione dei diritti – pratica che apre al possibile reimpiego della voce dei doppiatori da parte dell’intelligenza artificiale, senza alcuna regolamentazione”.
C’è chi il contratto proprio non ce l’ha
Strano ma vero, attori e attrici sono lavoratori senza il ccnl. Se i famosi riescono a garantirsi reddito e diritti, centinaia di loro colleghi lavorano spesso con poche tutele e garanzie. Ricorda ancora Slc Cgil: “Gli interpreti sono in stato di agitazione per ottenere il primo contratto nazionale della storia del nostro Paese. In Italia, infatti, contrariamente alla maggior parte dell’Ue, le attrici e gli attori del Cineaudiovisivo non hanno un contratto collettivo. La piattaforma presentata mesi fa dalle suddette sigle sindacali alla controparte datoriale non ha ottenuto alcuna risposta, né tantomeno alcuna convocazione al tavolo negoziale”.
E chi il contratto ce l’ha non sta tanto meglio
Addetti alle troupe e alle industrie del Cineaudivisivo, stuntmen, generici, sono tutti in attesa del rinnovo del contratto, così come sono in attesa dell’avvio del protocollo condiviso per la sperimentazione della rilevazione oraria sul set. Così come non si riesce a far partire il confronto con le controparti su sicurezza e malattia. Il commento di Slc Cgil è amaro: “Le aziende della produzione culturale che mirano a rivestire un ruolo di avanguardia sulla scena internazionale stentano a riconoscere i più essenziali tra i diritti sindacali, la cui conquista e consolidamento è ormai affare del secolo scorso”.
C’è da aspettarsi che dopo l’Assemblea di oggi, la mobilitazione continui. Di cultura si deve poter vivere con dignità.