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Aumentano nettamente gli infortuni, in crescita anche le denunce di malattie professionali. Le vittime superano quota mille, secondo i numeri divulgati dall’Inail degli incidenti sul lavoro nei primi undici mesi del 2022, consultabili nella sezione “Open data” del sito dell’Istituto. Ma se poi si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si sfiorano ormai i 1500 morti, secondo la stima dell'Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Boom degli infortuni: 150 mila in più
Le denunce d'infortunio sul lavoro presentate all'Inail entro il 30 novembre scorso sono state 652.002: un aumento del 29,8% rispetto alle 502.458 del medesimo periodo del 2021 (+32,5% rispetto al 2020 e +10,4% rispetto al 2019). L’incremento ha riguardato sia i casi avvenuti in occasione di lavoro (+32%) sia di quelli in itinere (+16,3%), occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro.
La crescita degli infortuni ha toccato quasi tutti i settori produttivi, in particolare sanità e assistenza sociale (+125,5%), trasporto e magazzinaggio (+94,7%), amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti ad Asl e sanità (+63,2%), servizi di alloggio e di ristorazione (+59,6%).
L'analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce d'infortunio in tutte le aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno (+41,8%) e nelle isole (+37,7%). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Campania (+77,4%), la Liguria (+55,6%) e il Lazio (+51,6%). La crescita ha riguardato soprattutto le donne (+49,6%, contro il +18,7% degli uomini), mentre incrementi generalizzati si rilevano sia tra le nazionalità dei lavoratori (italiani, extracomunitari e comunitari) sia nelle classi d’età.
Morti sul lavoro: oltre mille
Sono 1.006 le denunce d'infortunio con esito mortale presentate all'Istituto entro il novembre scorso: 110 in meno, pari a un decremento del 9,9%, rispetto al medesimo periodo del 2021. Il calo, precisa l’Inail, riguarda “solo i casi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 882 a 722 per il notevole minor peso delle morti da Covid-19, mentre quelli in itinere sono passati da 234 a 284”.
L’analisi territoriale rileva l’incremento dei casi mortali nelle isole (mentre scendono nelle altre macroregioni) e in Calabria, Lombardia e Toscana (i maggiori decrementi si registrano in Campania, Puglia e Friuli Venezia Giulia). Il calo è legato soprattutto alla componente maschile, mentre quella femminile rimane sostanzialmente invariata.
Da registrare l’aumento delle vittime extracomunitarie (da 131 a 140) e comunitarie (da 41 a 49), mentre diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani. Riguardo le classi di età, infine, va rilevato l'incremento di casi mortali tra i 25-39enni (da 144 a 184 casi) e tra gli under 20 (da 10 a 21).
“Abbiamo tutti il dovere d'insistere affinché i numeri dell'andamento infortunistico e delle malattie professionali siano sempre più esigui”, ha commentato il presidente Inail Franco Bettoni in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia: “Al di là delle fredde statistiche e percentuali, che comunque forniscono un’evidenza scientifica di questa drammatica piaga sociale, è inaccettabile che il lavoro sia ancora causa di morte o d'invalidità gravi che distruggono la vita di tantissime famiglie”.
Malattie professionali: denunce in crescita
Nei primi 11 mesi dell’anno sono state 55.732, in aumento di 4.928 casi (+9,7%) rispetto allo stesso periodo del 2021 e ben 14.806 casi in più (+36,2%) rispetto al pari periodo del 2020. L’incremento riguarda tutti i settori, mentre a livello territoriale la crescita delle patologie denunciate è stato più consistente nelle isole (+23,3%) e nel Mezzogiorno (+10,2%).
L’aumento ha toccato sia uomini (+10,8%) sia donne (+6,8%); parimenti ha riguardato sia i lavoratori italiani (+9,5%) sia quelli stranieri (9,4% per gli extracomunitari; +18,1 per i comunitari. Le patologie più denunciate sono quelli del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell'orecchio, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio.