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Più di duemila persone hanno sfilato questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli per la manifestazione regionale indetta dalla Cgil Campania per lo sciopero generale di 8 ore contro la manovra finanziaria del Governo Meloni. Forte anche l'astensione dal lavoro nei principali comparti produttivi e nel settore della sanità privata e del trasporto pubblico.
Adesione regionale del 50 per cento, con punte anche del 95 per cento - come nello stabilimento Leonardo di Nola e alla Ficomirrors di Benevento - nel settore metalmeccanico. Alta anche l'adesione nel trasporto pubblico: in Anm l'astensione è stata del 40 per cento mentre in Eav del 30 per cento.
Ferma anche la sanità privata con diversi centri di riabilitazione, soprattutto in provincia di Napoli, praticamente chiusi.
“Abbiamo registrato - afferma il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - un’ottima adesione al nostro sciopero. Nel comparto produttivo metalmeccanico abbiamo toccato punte superiori al 90 per cento. Grandi siti nel Napoletano, come Leonardo, così come nelle altre quattro provincie, in quei territori dove il sistema produttivo è in ginocchio, abbiamo avuto una grande risposta. La stessa alta partecipazione alla mobilitazione la riscontriamo nella scuola, nei trasporti, nei servizi, nel commercio, nella sanità privata. Questa - aggiunge Ricci - era l’unica risposta da dare adesso a questo governo. La manovra è iniqua e ingiusta, non prevede interventi per il mondo del lavoro, non interviene positivamente sulle famiglie e sui pensionati. Pensiamo che le misure messe in campo siano insufficienti. C’è ancora tempo per correggerle, a partire dalle politiche industriali, dalla riforma del fisco fino al capitolo della sanità”.
"Una manovra iniqua, che non dà risposte alle famiglie, ai lavoratori, ai pensionati. Il nostro non è uno sciopero politico, le misure sono insufficienti, non si rivalutano le pensioni, non c'è un'aggressione vera all'inflazione per mantenere il potere d'acquisto dei salari. Le operazioni che vengono messe in campo hanno durata breve e sono, nel merito e nel metodo, non condivisibili".
Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, illustrando ai giornalisti le motivazioni dello sciopero generale di otto ore proclamato dalla confederazione in Campania contro la Legge di Bilancio per venerdì 16 dicembre. Una manifestazione regionale si terrà in piazza del Plebiscito dove, a partire dalle ore 10,30, sono previsti gli interventi di delegate e delegati dai luoghi di lavoro e alle 11,30 il comizio conclusivo della segretaria confederale Francesca Re David. "Pensiamo che lo sciopero - ha precisato Ricci - sia davvero l'unica grande risposta da dare in questo momento. Siamo ancora in tempo per modificare, nel dibattito parlamentare, questa manovra. Lo dicono tutti, lo dice Bankitalia e da oggi anche una forza politica che sostiene questo governo: non ci sono misure adeguate e non esistono i presupposti per avviare le riforme che non vanno più rimandate. Mancano misure a sostegno di politiche industriali - ha aggiunto Ricci - e la nostra regione è la prima nel Mezzogiorno per destrutturazione del suo impianto manifatturiero. Abbiamo, poi, un problema legato alle tasse. In Campania i salari non toccano la media dei 25mila euro annui e le pensioni non arrivano ai mille euro mensili. C'è una forte diseguaglianza tra chi, come lavoratori autonomi e partite iva, ha una tassazione al 15% e i lavoratori dipendenti e i pensionati che sono soggetti a più scaglioni". "L'altra grande iniquità - secondo Ricci - riguarda gli interventi per il Mezzogiorno: non viene finanziata la sanità e soprattutto non viene creata un'idea vera di riforma del Reddito di Cittadinanza che, con tutti i suoi limiti, ha rappresentato in Campania una risposta per quasi un milione di persone e, nella sola area metropolitana di Napoli, a 250mila famiglie. Bisogna intervenire con misure strutturali in grado di resistere nel tempo, ma che diano anche risposte nell'immediato".
"Abbiamo scelto di essere in campo contro la manovra - ha concluso Ricci - con una mobilitazione che si sviluppa da oggi fino al 16 dicembre. Vogliamo dare uno scossone a questo governo, perché si dovrà pure arrivare in Parlamento per la discussione finale. Cerchiamo, dal basso, di dare una spinta affinché i Parlamentari e le forze che sostengono questo governo rivedano i provvedimenti".
La Campania si ferma il 16 dicembre
Sciopero generale di otto ore in Campania proclamato per venerdì 16 dicembre e manifestazione regionale a Napoli in piazza del Plebiscito con l'intervento di delegate e delegati alle ore 10,30 e comizio conclusivo alle ore 11,30. Questa la risposta della Cgil e del mondo del lavoro a una Legge di Bilancio che colpisce i più poveri, non contrasta la precarietà, non riduce il divario di genere, premia gli evasori e, con la flat tax, aumenta l’iniquità del sistema fiscale. Una Finanziaria che, secondo la Cgil, "non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone che per vivere devono poter lavorare dignitosamente, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, mortificando il ruolo del lavoro pubblico, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere".
(Video messaggio di Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli Campania)
"Mancano interventi per l’apparato produttivo della nostra regione - denuncia il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - così come è assente un sostegno al reddito e alle produzioni. Vanno realizzate nuove politiche industriali per affrontare le tante crisi aperte, per rilanciare e rigenerare i tanti settori industriali della nostra regione, dall'elettrodomestico alle telecomunicazioni, dall'elettronica alla mobilità, tutelando l’occupazione attraverso nuovi ammortizzatori sociali e interventi formativi che garantiscano la continuità occupazionale e il sostegno al reddito".
"Le misure contenute nell’attuale bozza della Legge di Bilancio - si legge nella nota sindacale - vanno, quindi, in una direzione diversa dai bisogni reali delle persone e delineano un arretramento del nostro Paese, aggravato anche dall'autonomia differenziata che rischia di dividere ulteriormente le persone e i territori. La mobilitazione del 16 dicembre sarà preceduta da una serie di assemblee nei luoghi di lavoro e iniziative territoriali con presìdi e volantinaggi".