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Seconda vittima sul lavoro nella Capitale in poche ore. Un operaio è morto alla Farnesina dopo essere precipitato nel vano ascensore del palazzo centrale del ministero degli Esteri, durante delle operazioni di manutenzione. Il fatto è avvenuto intorno alle 8,30 di oggi (giovedì 28 aprile). Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco e il 118, che purtroppo hanno potuto solo constatare la morte dell'operaio.
"Due incidenti mortali in meno di 24 ore. Due operai che hanno perso la vita cadendo: ieri da un ponteggio di un cantiere edile, oggi nella tromba di un ascensore nel corso di un intervento di manutenzione. Ieri, in un palazzo dietro via Veneto. Oggi, nella sede del ministero degli Esteri". A dirlo sono i segretari generali di Cgil Roma e Lazio (Michele Azzola), Cisl Roma Capitale (Carlo Costantini) e Rieti e Uil Lazio (Alberto Civica): "Stesso copione, stessa città. Una caduta dall'alto e la vita precipita nel buio. Mentre si lavora. A Roma. Per un'emergenza che ormai sembra sfuggita a ogni controllo".
I tre esponenti sindacali hanno subito chiesto una convocazione urgente al prefetto di Roma Matteo Piantedosi sulla salute e la sicurezza sul lavoro nella città, per riprendere e concludere il confronto già in atto negli ultimi mesi. Non abbiamo più parole per descrivere la nostra rabbia, ma è netta e inequivocabile la convinzione che questa strage vada fermata con ogni mezzo e ogni strumento che abbiamo a disposizione".
Nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro "si rende evidente come la cultura della sicurezza vada perseguita giorno dopo giorno, istante per istante, per ogni singolo lavoratore e lavoratrice. Lo scorso anno si è chiuso con il bilancio terribile per Roma e provincia di 74 perdite contro le 71 dell'intero 2019 (dati Inail), in una regione dove aumentano del 76% le denunce d'infortuni".
La sicurezza, secondo i segretari generali "non è un optional. Lo abbiamo detto tante volte. Servono controlli. Stringenti. Puntuali. Severi. Servono investimenti. Ingenti. Importanti. Alla famiglia va il nostro cordoglio per un dolore immenso; ai colleghi la nostra vicinanza. Ma ora è il momento di dare, e una volta per tutte, un segnale di svolta perché davvero non ne possiamo più di leggere che in una Capitale come Roma si possa morire e morire e ancora morire. Di lavoro".