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È uno sciopero generale contro una manovra ingiusta e inadeguata, che amplifica le disuguaglianze e non favorisce un’occupazione stabile e di qualità. Il governo, nonostante i miglioramenti che siamo riusciti a conquistare in legge di bilancio, ha fatto un capolavoro alla rovescia: toglie ai poveri per dare ai ricchi e riduce le aliquote da 5 a 4, ignorando il principio costituzionale della progressività della tassazione. Altro che riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sui pensionati.
Per giunta i salari italiani sono gli unici nel quadro europeo a essere diminuiti (del 2,9%) dal 1990 ad oggi, come dimostra una recente elaborazione di Openpolis su dati Ocse. Le risorse del Pnrr dovrebbero consolidare l’uscita dalla crisi, sia sanitaria che economica.
Chiediamo che la legge Fornero cambi profondamente, vogliamo una vera riforma fiscale redistributiva, per far pagare le tasse a chi ha di più e a chi evade. Scioperiamo contro la precarietà che ormai sembra essere l’ineluttabile destino cui sono condannati i giovani che si affacciano al lavoro, e quanti il lavoro lo perdono, senza trovare alternative.
Precarietà significa insicurezza sociale, povertà e in prospettiva pensione da fame. Una bomba sociale che va disinnescata subito. Se non ora, che ci sono le condizioni e le risorse per una vera ripresa economica, quando? Le lavoratrici ed i lavoratori, le pensionate e i pensionati, le fasce deboli della nostra società meritano rispetto e dignità.