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Il 24 novembre del 1901 si aprono a Bologna i lavori del Primo Congresso della Federterra. Sotto la presidenza di Andrea Costa, partecipano oltre 700 leghe da tutta l’Italia in rappresentanza di oltre 150.000 contadini.
“Compagni - dirà Costa in apertura dei lavori - Voi sapete che abbiamo le ore contate: non vani discorsi adunque ma opere feconde. Non credo di errare dicendo che tutta Italia guarda oggi a voi, che questo congresso secondo la vostra condotta potrà essere di sprone efficace alla organizzazione dei lavoratori dei campi. Inspiratevi all’importanza che il Congresso deve avere; considerate che ogni vostra parola sarà raccolta dagli avversari, che cercheranno di mettere in ridicolo questa assise del lavoro e tenete il contegno cosciente di chi tende ad una civiltà nuova che distrugga il privilegio e la tirannia”.
Al ruolo di segretario della Federazione è chiamato Carlo Vezzani, che quattro anni più tardi, nel 1905, rinuncia alla carica. Nell’aprile dello stesso anno il Comitato esecutivo della Federazione propone come segretaria - la prima, in assoluto (subentra sin dal 1905, ufficialmente dal 1906) - Argentina Bonetti Altobelli.
Scrive lei stessa: “Da quest’epoca l’opera della Federazione si riafferma, raccoglie dovunque numerose adesioni e si unisce coi suoi iscritti alla Confederazione Generale del Lavoro. Essa promuove battaglie per il riconoscimento delle sue organizzazioni e vien fatto posto ai sui rappresentanti in tutti 59 i Corpi consultivi dello Stato: Ufficio del Lavoro, Comitato Permanente del Lavoro, Cassa Nazionale Infortuni, Consiglio Superiore della Previdenza e delle Assicurazioni Sociali, Opera Nazionale Combattenti, Consiglio del Collocamento e dell’Emigrazione”. E le nomine stavano solo per iniziare.
Come ricorda Silvia Bianciardi, Argentina Altobelli “entrò nel Consiglio direttivo nazionale della Confederazione Generale del Lavoro (la CGdL l’antecedente della Cgil) nel 1906 e in quello stesso anno fu consacrata nel ruolo di dirigente nazionale nel Psi. In occasione del nono congresso del Partito, fu indicata tra i componenti della direzione nazionale socialista e venne confermata in questo ruolo nei successivi congressi nazionali del 1908 e 1910. Nel 1912 venne designata rappresentante del lavoro agricolo nel Consiglio superiore del lavoro istituito dal governo Zanardelli. Pensiamo che le donne ancora non votavano, ma lei era lì, presente in questo primo spazio istituzionale dove nacque la concertazione, le prime leggi sociali e le garanzie sul lavoro”.
“La mia infanzia - raccontava Argentina stessa - non fu lieta né spensierata, avevo troppa sensibilità: ogni piccola contrarietà mi faceva soffrire profondamente. Non amavo i giochi infantili; ero invece appassionata alla lettura che preferivo al gioco… appena mi si regalava qualche soldo correvo nella bottega di un libraio… Mi formai una biblioteca, nella quale si ammucchiavano i libri più svariati e poco adatti alla mia età e alle mie comprensioni intellettuali. I miei zii, illetterati, come erano in quel tempo la maggior parte dei romagnoli, non erano in grado di sorvegliare e scegliere le mie letture. A volte si compiacevano della mia erudizione, preoccupati soltanto che non danneggiasse la mia salute. Ero assai gracile e la lettura continua pregiudicava il mio sviluppo fisico, tanto che i miei zii cercarono di impedirmi specialmente la lettura di notte. Per irrobustirmi fisicamente e togliermi la passione della lettura fui, per consiglio medico, mandata in campagna da parenti ove non era possibile trovare o acquistare un libro".
Nonostante i molteplici incarichi il pensiero della segretaria è costantemente rivolto alla sua Federazione come dimostra la corrispondenza con il fedele aiutante e segretario (quanta modernità in questi ruoli!) Luigi Spettoli. “Caro Spettoli - gli scrive - purtroppo debbo trattenermi ancora a Roma. Raccomando vivamente a lei di sorvegliare perché tutto quanto ho ordinato venga eseguito tanto a proposito della Squilla quanto per l’Ufficio”. E ancora: “Le mando un saluto da Napoli e la raccomandazione di sorvegliare ed attendere meglio che può all’Ufficio. (…). Si ricordi di preparare tutti i conti e le statistiche della Federazione Nazionale".
Sotto la guida della Altobelli il numero degli aderenti alla Federazione aumenta: 136.067 al III Congresso (Reggio Emilia 7-8-9 marzo 1908), 200.000 al IV (Bologna 2-3-4-marzo 1911), 400.000 al V (Bologna 13-14-15 giugno 1919). Argentina guiderà ininterrottamente l’Organizzazione fino al suo scioglimento ad opera del fascismo.
Riparerà allora a Roma dalla figlia, mantenendosi con umili lavori: realizza ad esempio fiori da ornamento e collabora con la biblioteca di quell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che aveva, tra gli altri, contribuito a fondare, scrivendo per pochi soldi articoli tecnici - mai firmati - sui sistemi previdenziali. Rifiuterà - sempre, convintamente - ogni proposta di Benito Mussolini che definirà, seppur non direttamente, "Fascista proletario (…) sicario pagato dagli agrari (…) tiranno della reazione (…) flagellatore dei deboli (…) assassino dei tuoi fratelli”.
“Io ti conosco - scriveva già nel 1922 - fascista dal berretto nero e con l’insegna della morte, che terrorizzi i lavoratori. Sei nato nella palude del ferrarese che confina con il Polesine. Sei figlio dei lavoratori della terra anche tu, ed i tuoi diedero sudore e vita al solco per produrre il grano ed il riso per i padroni. La tua infanzia non ebbe sorrisi e carezze e fu martirizzata da ogni sofferenza. Tu crescesti più nella strada che nella casa, più ignudo che vestito. Oggi sei fascista, sicario pagato dagli agrari per distrugger col bastone le conquiste che i tuoi compagni lavoratori hanno ottenuto”.